I consorzi del Montepulciano si contendono il nome

Lo scontro sul Montepulciano è tra Toscana e Abruzzo. Come riporta dal Il Sole 24Ore c’è maretta tra il  vino del senese e i 10mila produttori del Consorzio che tutela i vini d’Abruzzo. L’oggetto del contendere è uno: il  diritto a utilizzare la denominazione Montepulciano. La legge italiana dà ragione a entrambe: il Nobile ha ottenuto la Doc nel 1966, mentre il Montepulciano d’Abruzzo due anni dopo, nel 1968.

Tra i due litiganti i Montepulciano esteri – gli argentini nella zona di Mendoza, gli australiani e i neozelandesi – “godono” sui mercati internazionali avendo spesso la meglio su quelli italiani.

 

Tra Nobile, Rosso e Vin Santo, il consorzio toscano produce 10 milioni di bottiglie e ne esporta più o meno otto. Non è da meno il Montepulciano d’Abruzzo la cui Doc è più grande di quella del Chianti, seconda in Italia solo al Pinot Grigio tra i vini fermi: produce 100 milioni, il 70% delle quali destinate all’esportazione.

 

Da anni i due consorzi discutono sull’uso del nome a colpi di carte bollate: nel 2012 entrambi erano tutelati dal Governo ma la relativa pace tra i due contendenti è durata poco e sono finiti in tribunale. A luglio 2018 gli abruzzesi sono ricorsi all’Ufficio italiano brevetti e marchi mentre i toscani si sono difesi facendo leva sul luogo d’origine a cui dovrebbe essere associata la Doc. La questione per il momento rimane in sospeso.

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