Al via Food WAYste, la prima legal directory mondiale dell’agroalimentare

Il progetto è stato sviluppato nell’ambito del Global Legal Hackathon promosso dal Financial Times per affrontare il problema del “food loss” e “food waste” attraverso una più immediata comprensione delle normative, a beneficio degli operatori nell’agroalimentare.

Affrontare il problema del “food loss” e “food waste” attraverso una più immediata comprensione delle normative.

Il dipartimento Food di LCA ha scelto di aderire pro bono – partecipando come unico studio legale italiano – all’hackathon virtuale della durata di tre settimane. Dopo aver proposto una sfida sul topic del Food Loss/Food Waste si è cimentato attivamente nella sua risoluzione.

Il dipartimento Food di LCA Studio Legale e Marco Imperiale, Innovation Officer dello studio, sono stati parte integrante di un team multidisciplinare di 13 professionisti. Provenienti da sei Paesi europei hanno lavorato virtualmente per studiare e sviluppare il progetto da prospettive diverse.

LCA, infine, ha presentato una piattaforma che descrive le normative dei singoli stati. Inoltre, c’è la possibilità di mettere a confronto le giurisdizioni di 14 paesi diversi.

L’obiettivo è rendere le normative più complesse accessibili per tutti, attraverso l’utilizzo della disciplina del “legal design”, e, in questo modo, sensibilizzare gli operatori al tema dello spreco alimentare.

“Un terzo del cibo prodotto a livello globale viene sprecato o buttato – commenta Nicola Lucifero (nella foto), Partner di LCA Studio Legale e Responsabile del Dipartimento di Food Law -. In valori assoluti, questa quota si traduce in 1,3 miliardi di tonnellate di cibo sprecato o buttato ogni anno. Con un prezzo in termini ambientali non indifferente: lo spreco di cibo è responsabile di circa il 6% delle emissioni di gas serra”.

“Una sfida – continua Lucifero – legata anche alle complessità della normativa: le legislazioni sono differenti da paese a paese, mentre in alcune nazioni è addirittura assente. Inoltre, non esistono linee guida condivise per i player del settore. Non essendoci un’adeguata conoscenza della legge, non c’è consapevolezza da parte degli operatori circa gli incentivi a livello di business ai quali potrebbero accedere. A complicare ulteriormente il quadro, infine, è intervenuta l’attuale emergenza sanitaria, che ha ulteriormente rimarcato il rilievo di queste tematiche”.

 

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