La filiera in etichetta vale oltre 259 milioni di euro

Corta, controllata, garantita, certificata: la filiera è il tema del momento sulle confezioni dei prodotti alimentari. Il fenomeno è raccontato dall’Osservatorio Immagino.

É di oltre 259 milioni di euro il totale delle vendite dei prodotti alimentari che riportano sulla confezione un richiamo alla filiera di provenienza. Il tasso di crescita, rispetto al 2017, è di un +14,1%. A rilevarlo è l’Osservatorio Immagino Nielsen Gs1 Italy. Dall’analisi di oltre 72mila prodotti alimentari confezionati di largo consumo è emerso in particolare che nel 2018 erano 613 i prodotti (lo 0,8% del totale) presenti sugli scaffali di supermercati e ipermercati accompagnati da un claim riferito alla filiera di provenienza. Ma se la quota assoluta è ancora bassa (0,9%), il trend è alto: rispetto al 2017, il tasso di crescita è stato pari a +14,1%, quindi ben superiore alla media del settore alimentare.

Dal report economico la comunicazione dei valori di filiera sulle etichette dei prodotti è stata mirata su quattro settori: il più rilevante è l’ortofrutta confezionata (41,8% del giro d’affari generato dal paniere), a seguire il lattiero-caseario (29,0%), l’aggregato carni e uova (17% di quota, +69,0% di sell-out) e quello dei prodotti a base di grano e altri cereali (12,2% di quota e +14,8% di vendite).

A trainare il mercato dei prodotti di “filiera” è soprattutto la componente dell’offerta. Nel 2018 sono state 55 le aziende di produzione e 10 i retailer che l’hanno evidenziata sulle confezioni. A registrare le performance migliori sono i prodotti che riportano in etichetta i claim “filiera controllata” (+12,3% di vendite annue) e “certificata” (+5,4%). Più contenute ma con il segno più anche quelle del claim “filiera corta” e “km 0” (+3,1%). La “filiera garantita” registra una battuta d’arresto (-11,8%).

 

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