Fase 2: la cena ai tempi del distanziamento (tra i tavoli)

di francesca corradi

Il mondo della ristorazione potrà riaprire i battenti, per il servizio ai clienti, solo a partire dall’1 giugno.
Secondo Fipe il “prolungamento” del periodo di stop, deciso il 27 aprile dal governo, sta provocando un ulteriore danno di 9 miliardi. Le perdite stimate, dall’inizio della crisi, raggiungerebbero, quindi, quota  34 miliardi con il conseguente fallimento di circa 50mila imprese.
Ai ristoratori “sopravvissuti” non resta che correre ai ripari e farsi trovare pronti per la riapertura. Ma se è noto quanto ancora si dovrà tenere la serranda abbassata ancora nessuno al governo si è pronunciato sulle misure di sicurezza da adottare.
E se il plexiglass ha fatto infuriare gli chef stellati ed è stato il protagonista di pagine intere, anche di quotidiani di cronaca nazionale, al centro del dibattito ora ci sono i metri di distanza tra una persona e l’altra e tra un tavolo e l’altro.
Se le indiscrezioni sulle misure previste dal governo, con una persona ogni quattro metri quadri (un metro per lato), venissero confermate, i ristoranti italiani perderebbero in un sol colpo quattro milioni di posti a sedere, ovvero il 60% del totale. Se il governo decidesse, invece, di distanziare le persone di tre metri la perdita sarebbe della metà dei sette milioni attualmente disponibili nei ristoranti italiani. Al 30% invece se si optasse per i due metri quadri a persona. I dati sono calcolati dall’Ufficio studi della Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi sulla base delle dimensioni medie dei locali italiani ovvero con una superficie, in media, di 90 metri quadrati e 62 posti a sedere.
Non resta che aspettare. Nel frattempo la sfiducia aumenta sia tra i ristoratori che tra i clienti.
Davvero si avrà ancora voglia di uscire a mangiare?

Leave a Reply

SHARE