Export: Sace-Simest, agroalimentare virtuoso
L’export italiano, nel 2020, sarà più dinamico per la componente alimentare (+2,2%;), ma meno per quella dei prodotti agricoli (+0,5%). Dal 2021-22, secondo Sace Simest le prospettive torneranno rosee per entrambi i comparti: rispettivamente, +3,9% e +2,9%, in media.
Sono numerose le opportunità che le imprese italiane hanno nel 2020 e oltre riguardo all’export del made in Italy nel mondo. Le previsioni di crescita, in generale, per il 2019 sono sostanzialmente confermate: dal 3,4% stimato a maggio scorso al 3,2%. Interessanti le prospettive per il settore agroalimentare: dal Giappone che sta sempre più apprezzando il nostro vino alla Russia il cui interesse verso le birre artigianali sta crescendo notevolmente fino agli alimenti pronti o congelati per single in Francia.
Questo, in sintesi, è quanto emerge dal rapporto Export Update 2019-2022 di Sace Simest (Gruppo CDP) che stima le esportazioni in aumento del 2,8% nel prossimo anno e del 3,7% medio annuo nel 2021-2022.
Tra le destinazioni più promettenti, in Europa, c’è la Francia, dalla cultura alimentare altamente sofisticata. L’attenzione delle famiglie al benessere e alla salute sta trainando le vendite di prodotti alimentari sani e biologici, in primis sono quelli ittici, nonché piatti pronti o congelati. La richiesta di questi ultimi conferma la necessità di prestare attenzione a una tendenza che va consolidandosi, ossia la crescita di famiglie composte da una persona che sta determinando un aumento della domanda di alimenti facili da preparare.
Altro mercato con capacità di spesa pro capite tra le più alte al mondo e sofisticato è quello del Giappone i cui consumatori stanno imparando ad apprezzare il vino, che beneficia anche dell’eliminazione dei dazi a seguito dell’accordo siglato con l’Ue ed entrato in vigore a febbraio.
La Russia, nonostante abbia implementato misure di contrasto all’importazione di alcuni tra i nostri prodotti di punta, resta una geografia con uno sviluppato interesse verso l’agroalimentare; un mercato in cui la spesa per tali beni supera il 30% del budget delle famiglie.
Cresce l’appeal della birra artigianale, che ha raggiunto varie città russe. Infine, i nostri produttori nel settore, dovranno tener conto dei dazi introdotti dall’amministrazione americana. Questi non dovrebbero compromettere l’ottima performance verso gli Usa, ma alcune categorie di prodotti principalmente colpite, come formaggi e liquori, soffriranno una riduzione della domanda proveniente da Washington. Dall’altro lato, l’imposizione di dazi su vino e olio d’oliva di Francia e Spagna, Italia esclusa, potrebbe consentire un rafforzamento delle nostre quote nel mercato nordamericano.