Cresce l’export di pasta italiana: la Russia in testa con +76%
Alla vigilia del XX World Pasta Day, in programma il 25 ottobre, Aidepi (Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane) ha diffuso i dati di settore secondo i quali la produzione mondiale di pasta oggi sfiora i 15 milioni di tonnellate, in crescita del 3% rispetto all’anno scorso e quasi il doppio rispetto al 1998.
Negli anni sono aumentati i Paesi destinatari (+34%) ed è più che raddoppiata la quota export, da 740mila a oltre 2 milioni di tonnellate. Germania, Uk, Francia, Usa e Giappone si confermano i Paesi più ricettivi verso la pasta italiana anche nel 2018, con un incremento delle esportazioni tra il 6% e il 12% nei primi sei mesi dell’anno. Significativa la crescita delle esportazioni in Russia (+76%), seguono Olanda (+29%), Arabia Saudita (+27%) e Australia (+16%).
Sono 200 i Paesi nel mondo dove si consuma la pasta tricolore, con la preferenza per la semola di grano duro e gli spaghetti. L’Italia mantiene anche il primato nella classifica dei paesi consumatori, con 23 kg di pasta a testa, e quasi un piatto su quattro nel Mondo è fatto con un prodotto proveniente da un pastificio del Belpaese.
“In un mercato sempre più competitivo, con nuovi e più aggressivi concorrenti – spiega il segretario generale dei pastai di Aidepi, Luigi Cristiano Laurenza – possiamo vincere solo puntando sulla qualità e sull’innovazione”. Quanto ai consumi interni di pasta, l’Aidepi ricorda che la pasta viene mangiata dal 99% della popolazione in media circa 5 volte a settimana, per il 46% è l’alimento preferito per ragioni di gusto o di salute. Non è un caso che le varianti di pasta bio, senza glutine, kamut, farro o con semole speciali sono cresciute del 12%, con punte del 18% nel caso della pasta integrale.