Diminuiscono i consumi alimentari extra-domestici, meno 34 miliardi

I consumi alimentari extra-domestici, nel 2019, sono ammontati a 85 miliardi di euro. Secondo le stime di Ismea a causa dell’emergenza sanitaria, si profila quest’anno una contrazione di 34 miliardi di euro.

La chiusura anticipata alle 18 della ristorazione ha un effetto negativo a cascata sull’agroalimentare nazionale.

Questa decisione, infatti, pesa sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dai salumi ai formaggi che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione  rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato.

“La spesa degli italiani per pranzi, cene, aperitivi e colazioni fuori casa prima dell’emergenza coronavirus – sottolinea la Coldiretti – era pari al 35% del totale dei consumi alimentari degli italiani. Nell’attività di ristorazione sono coinvolte circa 330mila tra bar, mense e ristoranti lungo la Penisola. A questi si aggiungono 70mila industrie alimentari e 740mila aziende agricole lungo la filiera impegnate a garantire le forniture per un totale di 3,8 milioni di posti di lavoro”.

“Le limitazioni alle attività di impresa devono dunque prevedere un adeguato sostegno economico lungo tutta la filiera e misure come la decontribuzione”, afferma il presidente di Coldiretti Ettore Prandini.Anche il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, si è espresso in relazione al nuovo Dpcm.

 

“I ristori adeguati e tempestivi annunciati dal governo devono essere estesi alla filiera agroalimentare. Qualsiasi esclusione sarebbe incomprensibile e ingiustificata”, dichiara Giansanti.

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