Confimprese-EY, per la ristorazione primo trimestre 2021 in calo del 51,2%

Il settore in maggiore sofferenza continua a essere la ristorazione con -51,2%.

A un anno dallo scoppio della pandemia l’osservatorio permanente Confimprese-EY sui consumi di mercato analizza i dati del totale anno 2021 sullo stesso periodo 2019, affinché il benchmark avvenga sull’anno pre-Covid e a parità di andamento consumi. In un’Italia ancora tutta rossa e arancione emerge un clima di grande volatilità, il retail ha ancora molti punti da recuperare rispetto al periodo pre-emergenza.

L’indicatore dei consumi Confimprese-EY sul totale mercato degli ultimi 12 mesi sui 12 mesi 2020 indica una flessione di -41,9%, con la ristorazione a -52,2%, abbigliamento e accessori a -42,3%, il non food a -22,8%.

Il primo trimestre 2021 è fermo a -38,3% rispetto al primo trimestre 2020. Il settore con le peggiori performance continua a essere la ristorazione a -51,2%, seguita da abbigliamento e accessori. Il non food chiude a -1,7% con performance migliori rispetto agli altri settori per via delle minori restrizioni nel corso dell’intero anno pandemico.

Quanto al mese di marzo 2021 contro marzo 2019, la ristorazione è sempre maglia nera del comparto con una flessione del -71,4%.

La pesante situazione, che vede il mancato afflusso di turismo, sta imponendo agli operatori del settore un ripensamento dei format e una rimodulazione dell’esperienza d’acquisto.

Sempre peggio centri commerciali -72,7% e outlet -73,9%: pagano cinque mesi di chiusure nei weekend, che pesano il 50% del fatturato dell’intera settimana. Peggiorano anche le high street -57,6% penalizzate dall’Italia quasi tutta in rosso che ha scoraggiato gli affollamenti nei centri città e nelle vie dello shopping.

 

 

Le aree geografiche mostrano andamenti abbastanza simili nel mese di marzo 2021 contro marzo 2019. La peggiore è l’area Nord-Est (Emilia-Romagna, Triveneto) -74,2%, seguita dall’area Nord-Ovest (Lombardia, Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta) -67%, l’area Centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Sardegna) -59,5%, l’area Sud (Campania, Calabria, Sicilia, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata) -56,1%.

L’analisi del solo mese di marzo su marzo 2019 rivela una situazione ancora instabile e non priva di incognite, legate soprattutto ad aperture e chiusure a singhiozzo.

«[…] Con l’allentamento graduale delle misure restrittive ci aspettiamo un rapido ritorno ai consumi da maggio che, analogamente a quanto visto ad agosto e settembre 2020, porteranno probabilmente le vendite ad un valore del 10-20% inferiore rispetto al 2019», dichiara Paolo Lobetti Bodoni, med business consulting leader di EY.

Guardando l’ultimo mese di marzo 2021 confrontato con lo stesso mese del 2019, il trend più negativo si registra in Emilia-Romagna. La regione perde il 77,3% anche a causa della zona rossa che l’ha contrassegnata per tutto il mese di marzo. Al secondo posto il Veneto con -72,8%, seguito dal Trentino-Alto Adige con -69,8%. Registra trend simili anche il Friuli-Venezia Giulia -69,7%. Peggiora la Lombardia che chiude marzo 2021 a -68,3%, distanziandosi poco dal Piemonte che segna -68,2%. L’Umbria migliora leggermente rispetto al mese precedente, registrando -66,8%. Peggiora invece la Toscana con -65,5%, seguita dalle Marche -65,2%, Campania -64,1% e Puglia -61,8%. Le altre regioni segnano un calo sotto al 60%: Lazio -58,9%, Abruzzo -55,7%, Liguria -52%. Tra i trend migliori del mese di marzo troviamo la Sicilia -50,8% e la Calabria -48,9%, che beneficiano della zona arancione, e la Sardegna -32,7% grazie alla zona bianca e poi arancione.

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