Il miele italiano è in crisi: un vaso su due è straniero, +18% l’import
Coldiretti: “Sugli scaffali dei negozi e supermercati italiani più di un vaso su due contiene in realtà miele dall’estero, proveniente soprattutto da Ungheria e Cina.
Dopo molte annate negative, gli apicoltori lo scorso anno hanno potuto tirare un sospiro di sollievo: ” la produzione nazionale finale è stata infatti di 22 milioni di chili grazie soprattutto al Centro e al Nord Italia meno al Sud. In questi mesi però – continua la Coldiretti – da Nord a Sud del Paese la produzione di miele fa segnare cali fino al 90% a causa dell’andamento climatico siccitoso seguito da un meteo caratterizzato da vento, pioggia e sbalzi termici. Il poco miele che sono riuscite a produrre le api se lo mangiano per sopravvivere”.
“Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità occorre verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica – afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini (nella foto).
Il miele nazionale è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria. “La parola Italia – spiega Prandini – deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della CE”; se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della CE”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della CE””.