Casi di soffocamento al ristorante: il personale va formato?

*di alessandro klun

Recenti episodi di cronaca hanno riportato alla ribalta casi di clienti che nel corso di un pasto consumato presso un ristorante o altra attività di somministrazione alimentare hanno perso la vita a seguito di soffocamento dopo aver ingerito un boccone della pietanza che avevano ordinato.

In questi casi nessun esito ha avuto la meglio, neppure la manovra di Heimlich pur praticata tempestivamente dal proprietario del locale. Ora, può apparire quantomeno curioso parlare in questa sede di tale pratica che, lo ricordiamo e senza scendere in tecnicismi, è una manovra di disostruzione delle vie aeree. Al contempo, consapevoli che quella dell’ingestione di un boccone occlusivo può essere un’eventualità tutt’altro che remota e in quanto attenti al diritto nelle sue implicazioni nel settore food abbiamo tentato di individuare, con particolare riferimento agli operatori del settore somministrazione alimentare, se la pratica di tale manovra, da parte di questi ultimi, potesse avere un fondamento e un contenuto giuridico.

Questo tentativo di coniugare un discorso pratico con un’analisi di carattere giuridico è sfociato nella lettura di una proposta di legge presentata dall’On. Galati nel 2016, dedicata a tale manovra, tuttora giacente presso la Camera dei Deputati. Nella fattispecie, tale proposta prevede un obbligo di formazione del personale degli esercizi alberghieri e di ristorazione e del personale docente e non docente della scuola dell’infanzia e della scuola primaria sulle tecniche di disostruzione in caso di soffocamento per ingestione di cibo da parte di bambini funzionale alla gestione di una situazione tanto grave quanto repentina come essere l’ostruzione delle vie aeree.

In particolare l’art. 2, in combinato disposto con il successivo art. .4, di detta stabilisce che è “obbligo, a carico del datore di lavoro, titolare di esercizi alberghieri e di ristorazione, nonché a carico delle società amministratrici di centri commerciali nei quali è svolta l’attività di somministrazione al pubblico e di consumo di cibi o bevande, di garantire, negli orari di esercizio dell’attività e di apertura al pubblico, la presenza di almeno un soggetto in possesso di conoscenze teoriche e pratiche in materia di tecniche e manovre di disostruzione e di prevenzione del soffocamento causato da ingestione di cibo da parte di bambini.  2. Ai fini dell’obbligo di cui al comma 1 del presente articolo, i corsi di formazione sono certificati”…”dalle regioni, dalle aziende sanitarie locali od ospedaliere, dalle centrali operative del sistema di emergenza sanitaria 118, dalle università, dalle organizzazioni medico-scientifiche senza scopo di lucro, da ordini professionali sanitari e dagli enti operanti nel settore dell’emergenza sanitaria riconosciuti dal Ministro della salute”.

Si tratta di un’iniziativa, certamente meritevole, che come tante altre, sin qui non ha avuto fortuna. Non rimane altro che confidare in una rinnovata attenzione al provvedimento da parte del neoeletto Parlamento.

*a cena con diritto

Letizia Ceriani

SHARE