Brazzale 1784. La rivincita del burro
*di letizia ceriani
Brazzale fa formaggi e burro dal 1784. Convenzionale l’anno, perché gli albori sembrano risalire alla prima metà del ‘600. Oggi alla guida dell’azienda di famiglia ci sono i tre fratelli Roberto, Piercristiano e Gianni. Quattrocento anni di storia, resilienza e ricerca sul prodotto, ma soprattutto 400 anni di fede in un unico credo: «Il burro, l’unico anti depressivo al 100% naturale».
L’infanzia dei tre fratelli sa di musica e panna: il padre chimico-industriale li inizia al settore, mentre la madre, organista di professione, li educa alla musica classica. I Brazzale nascono come malghesi e asiaghesi DOC, accomunati da una forte vocazione commerciale; prima la produzione di Grana Padano, poi di Gran Moravia (realizzato proprio in Moravia, regione in Repubblica Ceca) e infine il burro.
Lungi dall’essere considerato un sottoprodotto del formaggio o uno strumento di cucina, nell’ottica dei Brazzale, il burro è invece un formaggio tipico, complesso e duttile, speciale cardine tramite cui veicolare le eccellenze gastronomiche italiane.

«Per fare prodotti eccellenti bisogna avere libertà di formulazione, direzione e visione», sottolinea l’avvocato Brazzale (nella foto).
Il battesimo dell’azienda al Sigep, fiera riminese, nell’edizione 2022 è più esattamente un invito a tornare alle cose semplici, intuitive ed essenziali della vita.
Il 2022 è stato un anno ricco di novità. L’approdo al Sigep 2022 è un traguardo. Parliamo un attimo di numeri. Come si è chiuso per Brazzale il 2021?
Il 2021 si è chiuso con grandi novità, tra cui l’inaugurazione, lo scorso 15 giugno, del nuovo magazzino robotizzato di stagionatura a Cogollo del Cengio, dedicato alla stagionatura di Gran Moravia. Quest’anno abbiamo inaugurato il Brazzale Science Nutrition & Food Research Center con l’Università Statale di Milano, produzioni e vendite hanno avuto una crescita del 15% rispetto all’anno precedente.