Berberè, in Italia 10 pizzerie in 10 anni
I fratelli Aloe, creatori dell’insegna bolognese Berberè, aprono a Milano il terzo locale.
Il format di pizzerie Berberè, targato Matteo e Salvatore Aloe (nella foto), raggiunge quota dieci. Mercoledì 27 marzo infatti apre, all’indirizzo di via Cappellini 18\A, il terzo locale del capoluogo lombardo.
La pizza a lievitazione naturale dei fratelli Aloe ha già infatti conquistato la città – con i due locali in zona Isola e Navigli – e ora punta sulla zona Milano Centrale. Alle dieci pizzerie italiane – tra Bologna (centro storico e Castel Maggiore), Milano, Torino, Firenze (San Frediano e Santa Croce), Roma e Verona – si aggiungono le due aperture londinesi con il nome di Radio Alice.
La terza apertura milanese rappresenta un ulteriore tassello della crescita del brand di pizzerie artigianali, che deve il successo a più elementi. Alla pizza artigianale a base di lievito madre vivo e ingredienti di stagione biologici, si aggiungono il servizio gentile e veloce, i locali dal design semplice e accogliente, la possibilità di delivery.
Matteo Aloe si occupa di standardizzare i processi di creazione delle pizze in menu (sempre stagionali) e di renderli replicabili nei diversi locali, curando inoltre il progetto di crescita interna dei pizzaioli. Salvatore Aloe invece, avendo un’esperienza forte in ambito retail, si occupa della ricerca delle location e di tutta la parte di sviluppo del progetto (gestione contrattualistica, analisi delle vendite e dei consumi, ecc).
Berberè nasce nel 2010 a Bologna con l’obiettivo di dare nuova identità alla pizza, mantenendone allo stesso tempo l’anima pop e valorizzandone l’artigianalità attraverso la ricerca delle materie prime, lo studio degli impasti, la sperimentazione delle farine, la cura nella formazione degli artigiani che vi lavorano e il design dei ristoranti.
Il nuovo locale ospiterà 120 coperti in un ambiente completamente ristrutturato. Il menù è stagionale ed è tutto incentrato sulle pizze, con sedici proposte che spaziano da quelle classiche a quelle più ricercate, con alcune scelte vegetariane – dai 5,90 ai 13 euro. Contadini e allevatori vengono scelti secondo parametri relativi a rispetto del lavoro, impiego della terra, valorizzazione delle tradizioni produttive di ogni territorio, e soprattutto qualità e bontà dei prodotti, di cui l’85% è biologico.