Agricoltura, in vent’anni persi oltre due milioni di ettari coltivati

Secondo Ispra, nel 2020 si sono volatilizzati altri 57 chilometri quadrati di territorio nazionale, al ritmo di due metri quadrati al secondo.

Agricoltura sempre più a rischio. L’Italia perde ancora terreno e l’agricoltura del Paese rischia di arretrare all’avanzare di una cementificazione  che danneggia produzioni e paesaggio. Così Cia-Agricoltori Italiani rilancia sull’urgenza di un intervento serio e circostanziato del Parlamento, nuovamente sollecitato anche dai dati diffusi dall’Ispra.

In meno di vent’anni la superficie edificata ha corroso oltre due milioni di ettari coltivati, cancellando il 16% delle campagne. Negli ultimi sette anni fino al 2019, sottolinea il rapporto Ispra, la perdita dovuta al consumo di suolo in termini di produzione agricola complessiva, ha raggiunto i 3,7 milioni di quintali. Il danno economico è pari a quasi 7 miliardi di euro. Nel dettaglio sono stati “cancellati” 2 milioni e mezzo di quintali di prodotti da seminativi, seguiti dalle foraggere, dai frutteti, dai vigneti e dagli oliveti.

“Senza contare – ribadisce Cia – che la mancata manutenzione del territorio, il degrado, l’incuria, la cementificazione contribuiscono a quei fenomeni di dissesto idrogeologico. Serve un provvedimento basato su scelte consapevoli e di lungo respiro che guardano all’impatto sui cambiamenti climatici e al ruolo strategico riconosciuto all’agricoltura anche a livello europeo”.

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