Confida: “Servono 200 miliardi per salvare le imprese”

Trapeletti, presidente dell’associazione distribuzione automatica Confida lancia una proposta shock: “stop alle tasse di giugno per le imprese”.

La crisi innescata dall’epidemia di coronavirus sta mettendo in ginocchio il settore della distribuzione automatica, che in Italia dà lavoro a oltre 33 mila persone. Sebbene il comparto sia ancora attivo, il giro d’affari del vending si è ridotto dell’80% rispetto al mese scorso.

La preoccupazione del settore, espressa dall’associazione di categoria Confida, riguarda la liquidità delle imprese necessaria a non farle fallire in una situazione di brusca frenata dell’attività.

“É necessario un “intervento shock” per salvare le nostre imprese prima che sia troppo tardi –spiega il presidente di Confida Massimo Trapletti (nella foto) –. L’investimento potrebbe attestarsi attorno ai 200 miliardi di euro da coprore con l’emissione di titoli a 10-15 anni e con le entrate fiscali che tutte le imprese e le famiglie salvate pagheranno”.

Queste iniziative porterebbero beneficio immediato in particolare alle pmi.

“È però necessario che questi soldi arrivino direttamente ai soggetti economici e privati, come hanno fatto negli Stati Uniti e in particolare: alle imprese, attraverso l’abolizione delle tasse di giugno; alle famiglie posticipando i mutui, riducendo il cuneo fiscale e le tariffe di energia e gas e, infine, ai lavori pubblici, finanziando opere pubbliche”.

“Penso alle aziende che fatturano 5-10 milioni e tantissimi esercizi commerciali che fatturano fino a 1-2 milioni. Se queste realtà chiudono, tante famiglie resteranno senza un reddito e conseguentemente non consumeranno più. Insomma, l’intero Paese rischierebbe il default”, conclude Trapletti.

 

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