Bottura con Gucci, Romito con Bulgari: l’alta cucina “va di moda”
Moda ed enogastronomia sono due eccellenze del made in Italy che stanno diventando sempre più complementari tra loro. Negli ultimi anni, infatti, si sono moltiplicati gli investimenti nella ristorazione di qualità da parte delle griffe del settore fashion.
Soprattutto a Milano, capitale della moda, questo fenomeno sembra ormai consolidato. Si va dal ristorante Trussardi alla Scala (guidato dallo chef Roberto Conti dopo le esperienze di Andrea Berton e Luigi Taglienti) all’ex Gold di Dolce & Gabbana (location poi passata al cuoco Filippo La Mantia), fino ad Asola cucina sartoriale al Brian & Barry Building (chef Matteo Torretta), oltre al ristorante giapponese Nobu all’interno dell’Emporio Armani Store.
Nel food ha investito anche Diesel, azienda dell’imprenditore Renzo Rosso, che in piazza San Babila a Milano ha inaugurato il suo Bistrot Glorious Cafè in collaborazione con Autogrill.
Sempre a Milano, in piazza Gae Aulenti, la scorsa estate lo chef Fabrizio Albini è stato chiamato alla guida di The Stage, il ristorante di Replay, con l’obiettivo di elevare la qualità del locale nel nuovo “architect district” della città.
A Firenze, è recentissima la collaborazione tra Massimo Bottura e Gucci per il ristorante della griffe in piazza della Signoria a Firenze.
Nel 2017, invece, Niko Romito è stato scelto da Bulgari per curare la ristorazione dei nuovi locali della catena di alberghi di lusso nel mondo (le città delle nuove aperture sono Pechino, Dubai, Shanghai, Mosca e Milano).
A Roma, Fendi punta sulla cucina giapponese di Zuma, in partnership con uno chef-imprenditore di fama mondiale come Rainer Becker.
Lo chef pugliese Felice Lo Basso si appresta ad aprire a Trani il nuovo ristorante Memorie con annesso un laboratorio-vetrina sartoriale firmato dal “re delle camicie” Angelo Inglese.
Il cibo di qualità fa parte del business di brand del lusso come la francese Lvmh, proprietaria della pasticceria Cova, mentre Prada ha acquistato l’80% della celebre pasticceria Marchesi e Marzotto (tessile) ha rilevato lo storico marchio di gastronomia Peck.
UN NUOVO STILE DI VITA
Il motivo di così tanti investimenti da parte delle griffe del fashion nella cucina di qualità è da ricercare in un cambiamento dell’identità stessa dei marchi di moda.
Stefania Lazzaroni, direttore generale della Fondazione Altagamma che riunisce decine di aziende rappresentative dell’eccellenza italiana nel mondo, ha spiegato che i “luxury brand” si stanno trasformando progressivamente in “lifestyle brand”.
Ciò significa che i grandi marchi della moda investono nella ristorazione di qualità perché essa fa parte di un intero stile di vita che comprende ospitalità, design, abbigliamento e appunto cibo.
Non c’è da stupirsi, dunque, se alcuni dei più grandi chef italiani e internazionali vengono chiamati dalle aziende del lusso per firmare le loro proposte gastronomiche.
Secondo un rapporto realizzato da The Boston Consulting Group (Bcg), oggi i consumatori di tutto il mondo spendono 522 miliardi di euro all’anno in quello che viene definito “lusso esperienziale”, cioè per soggiornare negli alberghi di prima categoria, per fare viaggi e anche per mangiare nei locali di alto livello.
Per questo, le griffe della moda vogliono posizionare i loro brand con l’obiettivo di conquistare una clientela intenzionata a vivere il lusso a 360 gradi, passando dallo showroom di abbigliamento al ristorante gourmet. (g.p.)