Vendemmia: per il Veneto più qualità e meno quantità
In Veneto cala la quantità del raccolto fino al 20%. Il più penalizzato in vendemmia è il Pinot grigio
Nel trevigiano patrimonio dell’Umanità riconosciuto dall’Unesco (leggi qui) il calo della produzione è stimato intorno a un 5-6%.
“Viticoltori e cantine devono porre la massima attenzione ai disciplinari – ha sottolineato l’Assessore all’Agricoltura del Veneto, Giuseppe Pan – altrimenti si corre il rischio di assistere a scene di super produzioni già viste in passato con relative riduzioni dei prezzi delle uve”. Pan ha ribadito, inoltre, la necessità che “il mondo vitivinicolo rispetti sempre più i principi della sostenibilità ambientale, sociale ed economica”.
Da parte sua, il Commissario di Veneto Agricoltura, ing. Alberto Negro, ha ricordato come “la superficie del vigneto biologico, non solo nel Veneto, stia lentamente ma costantemente crescendo, a conferma che questa tipologia di prodotto é ormai diffusamente richiesta dal mercato per ragioni di ordine sia qualitativo che ambientale”.
Nel Monferrato «l’integrità dei grappoli è ottima e sono già state raccolte le uve nell’Alta Langa per il Pinot nero e lo Chardonnay – dice Filippo Mobrici, presidente del Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato. In Emilia-Romagna segnalano invece un calo del 30% mentre in Toscana è previsto un aumento della produzione tra il 3 e il 5% e una crescita a due cifre per i rosati. Confagricoltura Toscana stima una produzione intorno ai 2,2 milioni di ettolitri.
In Puglia si prevede una flessione della produzione del 20% per un andamento climatico non favorevole, specie in primavera. In Sicilia invece la vendemmia è in ritardo di circa 10 giorni, con una riduzione produttiva che arriva al 30% per le uve bianche precoci, in particolar modo nella parte occidentale; meno pesante il calo per le uva a bacca nera.
Lo scenario dunque sembra omogeneo per tutte le regioni italiani differentemente da Francia e Spagna dove invece la vendemmia arranca. Per i cugini d’Oltralpe l’andamento climatico ha inciso negativamente sulla produzione che sarà senz’altro in calo rispetto al 2018 e sui livelli del 2017. A Madrid invece la riduzione produttiva sarà mediamente di circa il 30% con punte del 50% in alcune aree.