Torino e la dieta vegana nel programma M5s

Torino diventerà una città vegana? I torinesi saranno obbligati a mangiare solo verdure? Sono anche queste le domande che si pongono alcuni media italiani dopo l’annuncio che tra le linee guida del programma di governo della Giunta targata Movimento 5 stelle c’è la «promozione della dieta vegetariana e vegana sul territorio comunale».

La neo sindaca del capoluogo piemontese Chiara Appendino (nella foto) vuole incentivare il consumo di frutta e verdura come «atto fondamentale per salvaguardare l’ambiente, la salute e gli animali attraverso interventi di sensibilizzazione sul territorio».

L’obiettivo è quello di mettere in atto progetti didattici nelle scuole sulla tutela dell’ambiente, sul rispetto degli animali e sulla corretta alimentazione in collaborazione con le associazioni animaliste, medici nutrizionisti, organi di politica ed esperti di settore.

L’assessora all’Ambiente Stefania Giannuzzi ha spiegato: «In Europa sono molto più avanti, ci sono realtà che vanno ben al di là. Io sono vegetariana da 20 anni ma il programma è stato scritto prima che io arrivassi. Semplicemente ho voluto allargare il contesto, da etico a 360 gradi. La Fao e l’Onu mettono in evidenza l’impatto ambientale degli allevamenti intensivi anche sulla produzione di gas serra».

A differenza di quanto emerso dalle polemiche sui social network, il Comune non vuole imporre a nessuno la dieta vegana e vegetariana, ma intende sperimentare in una città già sensibile all’argomento la promozione di un’alimentazione senza carne come alternativa per combattere l’inquinamento dell’aria, favorire la riduzione dei rifiuti e degli sprechi alimentari.

Negli ultimi anni a Torino i ristoranti vegani e vegetariani sono diventati oltre 30 e si sono moltiplicate le gastronomie e i negozi che forniscono alimenti biologici. Da diversi anni in città si svolge il Veg Festival e stanno aumentando le realtà veg anche nel settore dell’abbigliamento.

Giannuzzi ha chiarito che «non si vuole creare una contrapposizione con l’industria della carne. Non vogliamo far chiudere le piccole botteghe o rovinare le persone che lavorano da anni valorizzando il patrimonio enogastronomico piemontese».

Piuttosto, la Giunta M5s sembra voler seguire le indicazioni di Slow Food (l’associazione sostiene la necessità di un consumo consapevole della carne per limitare i danni ambientali provocati dagli allevamenti intensivi e industriali) e dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sui rischi per la salute legati all’eccessivo consumo di carni rosse.

Ciò si inserisce nel programma di governo sotto la voce «promozione della cultura ambientale», insieme alla «diminuzione del consumo del suolo», all’invito «a usare spazi aperti», fino a «un uso più consapevole dei mezzi di trasporto» e alla «strategia dei rifiuti zero».

I torinesi potranno quindi continuare a mangiare quello che vogliono, mentre il governo inizia un percorso di educazione alimentare e ambientale insieme ai cittadini del futuro, mettendo al centro la salute.

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