Starbucks: a Milano tre nuove aperture
Il 20 novembre, in Corso Garibaldi a Milano, è stato inaugurato il secondo negozio Starbucks. Sabato sarà la volta di piazza San Babila, all’angolo con via Durini, e il 29 novembre verrà inaugurato quello nell’aeroporto di Malpensa, al terminal 1, il più grande (350 mq).
Se tutto andrà come previsto, la mappa disegnata da Schultz e Percassi, master franchisee per l’italia, prevede aperture a Roma (nella zona del Vaticano e altre aree centrali), Firenze, Bologna, Verona, Venezia e Torino, con un ritmo di 10-15 aperture all’anno, nelle città storiche, nei centri commerciali, negli aeroporti e nelle stazioni.
Tutto però senza fretta: «È un programma a medio termine, su cinque anni – precisa Roberto Masi, nuovo amministratore delegato di Starbucks Coffee company –: siamo prudenti e umili. Sappiamo che l’Italia è una grande sfida per Starbucks, ma il gruppo ha dimostrato di credere nel nostro Paese, aprendo proprio a Milano la prima Roastery in Europa e la terza nel mondo. Se saremo bravi e veloci nel trovare il giusto mix commerciale, capace di unire un grande brand internazionale con un’offerta adeguata alle abitudini e i gusti degli italiani, allora il programma potrebbe anche accelerare».
Dopo la Reserve Roastery inaugurata in Piazza Cordusio a inizio settembre, il colosso sceglie ancora la città meneghine per portare in Italia il suo format tradizionale, il modello «core» di cui esistono già 28mila negozi in tutto il mondo. Si tratta di 200 metri quadrati in cui lavoreranno 28 persone servendo anche prodotti pensati esclusivamente per i clienti italiani, ad esempio si è scelto il laboratorio della famiglia Maringoni (Ol Pastisser) per rifornire la catena. Tutte le pietanze saranno preparate al momento, a differenza di quanto accade negli altri negozi del gruppo nel mondo. Il marmo del bancone, i toni caldi degli arredi, le finiture in legno, bronzo e ottone sono ispirati ai bar storici di Milano e contribuiscono a rendere più italiana anche l’atmosfera della caffetteria, curata da Liz Muller, la chief design officer di Starbucks che ha progettato la Roastery, facendo ricorso ad artigiani e aziende italiane.