Speck Alto Adige Igp: nel 2022 cresce la produzione

Continua a crescere lo Speck Alto Adige Igp, che nel 2022 registra un lieve eppure significativo aumento della produzione, soprattutto rispetto agli anni precedenti e, in particolare, alla situazione post pandemia. Ma non è questo il vero fulcro della crescita del salume più famoso dell’Alto Adige. Ad aumentare considerevolmente, infatti, sono altri dati interessanti: la quota IGP, per esempio, che ha registrato l’incremento più alto di sempre, di ben 3 punti percentuali; la qualità, grazie ai numerosi e rigidi controlli, che hanno reso – e continuano a rendere – lo Speck Alto Adige IGP sinonimo di bontà e allo stesso tempo sicurezza; e, infine, la notorietà del marchio, ormai conosciutissimo in Italia, in Europa e negli Stati Uniti.

Un bilancio decisamente positivo quello dei primi 30 anni del Consorzio, che si è ritrovato anche per festeggiare i numerosi traguardi di un trentennio fatto di grandi soddisfazioni, con la promessa che, nel 2023 e negli anni avvenire, si continuerà a crescere grazie a questo prezioso prodotto.

Il commento del presidente del Consorzio Tutela Speck Alto Adige Paul Recla, al suo secondo anno di mandato, esprime tutto l’orgoglio e la fiducia che i 28 produttori ripon- gono nel simbolo altoatesino: «Il 2022 è stato un anno straordinario per lo Speck Alto Adige Igp. Non solo perché il consorzio che lo tutela ha festeggiato 30 anni, ma anche perché sono stati raggiunti, in termini di business e comunicazione, risultati davvero importanti, che ci permettono di pensare ad un futuro ancora più roseo. Naturalmente, al primo posto ci sono sempre qualità e rispetto per la tradizione, due aspetti che ci danno la certezza di offrire un prodotto buono e sano, oltre che unico nel suo genere».

Il presidente è sostenuto dal vicepresidente Günther Windegger e dai membri del consiglio di amministrazione e collaboratori del Consorzio Martin Knoll, Sascha Grünfelder e Verena Rungger.

Speck Alto Adige IGP: mercati e canali di vendita

È l’Italia a riconfermarsi consumatrice numero uno di Speck Alto Adige IGP, con un dato di vendita del 68,8% e una preponderanza in Alto Adige e nel settentrione in generale. Tuttavia, da qualche anno, la richiesta sta aumentando costantemente anche nelle regioni centrali e meridionali.

Anche il dato di esportazione è significativo, dimostrando che ancora una volta lo Speck Alto Adige IGP è uno dei salumi più amati fuori dall’Italia. È il 31,2% di tutta la produzione ad essere soggetto a export, in particolare in Germania (24,7%), principale acquirente, e poi negli Stati Uniti (2,7%), in Francia (1,7%), in Austria (0,6%) e in Svizzera (0,7%). Crescono le attività di export anche in mercati finora debolmente esplorati, come la Polonia, la Svezia e il Canada.

La GDO si conferma il canale di vendita preferenziale (67%), seguita da discount (21,5%), punti vendita al dettaglio (1,7%) e grossisti (3,2%). Menzione d’onore alla ristorazione, che con un 5,4% dimostra una ripresa significativa dopo due anni difficili. Conferma anche per la modalità prediletta degli italiani nell’acquisto e consumo: la confezione pre-affettata da 100g resta anche nel 2022 la più venduta.

E se consumarlo in purezza con una fetta di pane resta la modalità preferita, la sperimentazione è comunque ben accetta grazie alla versatilità del prodotto. Crescono, infatti, richiesta e consumo dei prodotti compositi, che nascono dalla grande popolarità acquisita dallo Speck Alto Adige IGP negli ultimi anni. Basti pensare che nel 2022, il Consorzio Tutela Speck Alto Adige vantava ben 37 contratti attivi con aziende europee e l’obiettivo del 2023 è sicuramente quello di ampliare ancora di più l’offerta per il consumatore finale.

Letizia Ceriani

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