Si cena a casa ma cucina Canzian
In questi giorni in cui hanno abbassato la serranda tutti i locali, dal ristorante sotto casa a quello delle grandi occasioni, la ristorazione ha cercato di reinventarsi nell’unico modo possibile, il delivery.
E siccome è inutile consigliare dei posti in cui, almeno per il momento, non si può andare, MAG proverà a dare qualche consiglio su cosa farsi recapitare per fare una buona cena “come al ristorante”.
Perché tolto il problema del dove festeggiare il compleanno o l’anniversario – a casa – si può scegliere, ancora, il come.
Tra i primi chef a offrire la consegna a domicilio, almeno per un certo tipo di cucina, c’è Daniel Canzian (nella foto). Il professionista veneto, a marzo, ha lanciato l’iniziativa “DanielCanzian a casa tua“. L’obiettivo è recapitare a casa dei milanesi i piatti della cucina italiana contemporanea dell’insegna di via San Marco.
Per il nuovo servizio, periodicamente vengono ideati tre menù completi e una proposta di finger food, da abbinare al momento dell’aperitivo. Si tratta di un’esperienza di gusto olfattiva e visiva che cerca di far rivivere la stessa atmosfera del ristorante nell’intimità delle quatto mura.
Le pietanze vengono recapitate con cura, direttamente dal personale del ristorante, e vanno solo rigenerate – in padella o in forno – sotto la guida dello chef attraverso audio via whatsapp.
Cosa scegliere? I piatti sono tutti interessanti e bilanciati. Dai risotti, uno dei cavalli di battaglia di Canzian, al meneghino rustin negà a modo mio, nella sua nuova versione. Non mancano i classici veneti dove domina il baccalà in tutte le maniere. Il tutto viene accompagnato da pane con lievito madre e focaccia appena sfornati, antipasto e dolce.
Con la speranza che Canzian riapra presto le porte del suo regno gastronomico non escluderei che questo servizio possa diventare, in futuro, un nuovo business.
Prezzo: servizio su prenotazione con menù da 60 euro a persona (esclusa consegna di 10 euro).
Telefonare allo 02 63793837 o scrivere a info@danielcanzian.com.
di francesca corradi
Credits foto: Lorenzo Rui