“Senza glutine” e “senza lattosio”, un mercato da 3 miliardi

Crescono le vendite di prodotti senza glutine e senza lattosio. Secondo una ricerca dell’Osservatorio Immagino (di GS1 Italy e Nielsen), questo settore oggi vale 3 miliardi di euro, pari al 13,7% del valore di mercato, in crescita dell’1,2% rispetto all’anno precedente.

Lo studio ha preso in esame 36mila prodotti alimentari. Tra questi sono 4.572 quelli venduti nel circuito della distribuzione moderna di tutta Italia che presentano sulle confezioni i claim e i loghi “senza glutine” e “senza lattosio”, ovvero il 12,8% dell’offerta complessiva del largo consumo confezionato (acqua e alcolici esclusi).

I prodotti etichettati con il claim “senza glutine”, con il loro 12,4% di quota a valore, sono dieci volte più rappresentativi rispetto ai prodotti accompagnati dalla Spiga barrata (il marchio dell’Associazione italiana celiachia), fermi sotto il 2%. Ma il trend tra questi due segmenti è molto diverso: i prodotti “senza glutine” mostrano una sostanziale stabilità (+0,2% le vendite a valore) mentre quelli con la Spiga sbarrata aumentano del 5,7%. Entrambi sono acquistati prevalentemente da famiglie con reddito medio e caratterizzate dalla presenza di bambini e ragazzi sotto i 17 anni.

Vero boom per il trend del “senza lattosio”, il cui giro d’affari è cresciuto del 13,8%, arrivando al 2,7% di quota a valore. Nonostante l’offerta sia aumentata, resta meno ampia rispetto a quella del “senza glutine” e un prodotto su tre viene acquistato in promozione. I consumatori più sensibili ai prodotti “senza lattosio” hanno reddito medio e appartengono a famiglie con responsabile acquisto di età compresa tra i 35 ai i 54 anni.

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