Scontrini pazzi e polemiche: facciamo chiarezza

*a cena con diritto

Ricorderemo quella appena trascorsa come l’estate degli “scontrini pazzi” con voci di spesa ritenute eccessive o sproporzionate rispetti ai servizi ricevuti, che hanno alimentato polemiche e proteste sui social.

Le richieste di supplementi per tagliare a metà una brioche o per modifiche ai piatti, come l’aggiunta di una spolverata di pepe o la sottrazione dei pomodorini da una pizza, rappresentano solo alcune delle numerose segnalazioni in rete che hanno caratterizzato l’estate 2025 diventate subito virali. Sono tanti i consumatori che, al di là dell’entità delle somme richieste, hanno evidenziato la necessità e l’importanza di maggiore chiarezza e trasparenza nei prezzi applicati e indicati.

Ma cosa dice la legge? Se un prezzo extra è chiaramente specificato in menù, il ristoratore ha tutto il diritto di richiederlo. Se, al contrario, nulla viene indicato, il cliente, al momento del conto, può legittimamente contestare la richiesta. Tutto, quindi, deve essere indicato sulla carta: oltre al prezzo di singole portate e bevande anche i sovrapprezzi per ogni servizio offerto.

Certo è che se l’applicazione di simili voci genera con sempre maggiore frequenza una vera e propria gogna mediatica, con inevitabili ripercussioni anche sulla reputazione di un’attività, la questione, più che legale, sembra essere più comunicativa.

*di alessandro klun

Letizia Ceriani

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