Ruffino chiude il 2020 con un fatturato del -20%

Ruffino guarda con ottimismo al domani, conscia che si intersecheranno opportunità e sfide. L’azienda ha chiuso il bilancio fiscale con circa il 20% in meno del fatturato, rispetto allo scorso anno, a 106 milioni di euro circa. La causa è soprattutto imputabile alla forte contrazione del canale horeca. L’Ebitda si attesta al 16% sul fatturato. Uno scenario non semplice, la normalità non è ancora vicina e a tutto ciò si aggiungono i cambiamenti climatici che ogni anno creano nuove complessità.

Tuttavia, non è retorico dire che la pandemia ha creato anche delle opportunità. Secono la storica realtà fondata nel 1877 a Pontassieve alle porte di Firenze, ci saranno nuove forme di socialità, che premieranno ancor di più l’enoturismo. E Ruffino, anche in questo biennio, ha continuato a investire: sui vigneti, sulle cantine (i più significativi investimenti sono arrivati per l’ampliamento della capacità produttiva de La Duchessa), sui vini e, soprattutto, sulle persone.

Ruffino, fondata nel 1877 a Pontassieve, vicino Firenze, è sinonimo di storia del vino in Toscana. Grandi classici toscani, vini come Chianti Classico Riserva Ducale e Riserva Ducale Oro, Chianti Ruffino e Brunello di Montalcino Greppone Mazzi, sono da sempre il cuore della produzione Ruffino. In parallelo, la voglia di confrontarsi continuamente con nuove sfide ha portato Ruffino alla creazione di  Supertuscan, fra cui il pluripremiato Modus, e al lancio della linea Aqua di Venus.

A fine 2011, Ruffino è stata acquisita da Constellation Brands. L’attenzione alla sostenibilità riveste un ruolo centrale nella strategia aziendale: con l’acquisizione nel 2018 di due tenute in Veneto, per la produzione di Prosecco, è cominciata la transizione al biologico.

Una realtà di grandi dimensioni, costituita da diverse piccole aziende agricole unite per una visione comune: la sostenibilità. Entro il 2025 Ruffino sarà certificata interamente sostenibile e tutte le tenute saranno a conduzione biologica, diventando così la più grande realtà vinicola toscana bio. Intanto, già a fine 2021, più del 40% dei vigneti di proprietà del gruppo sarà a conduzione biologica.

 

Ruffino oggi è una realtà profondamente radicata nel suo storico territorio, la Toscana, e al contempo aperta alle complesse sfide del mercato globale. Presenti in quasi 90 paesi, i vini del gruppo costituiscono un segno forte di italianità.

“Anche l’enoturismo, l’ospitalità legata all’esperienza di marchio – spiega l’ad Sandro Sartor (nella foto) – rappresenta la sublimazione del Vivere di Gusto. È per noi una squisita sintesi di turismo rurale, culturale e gastronomico, che diversifichiamo in un ventaglio di esperienze, tutte estremamente coerenti col nostro Vivere di Gusto: tour & tasting, la locanda Le Tre Rane – Ruffino, l’enoteca Bottega del Vino, l’Agriresort Poggio Casciano con le sue colazioni e la meravigliosa piscina”.

 

 

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