Ristorazione, il coprifuoco fa paura

di francesca corradi

Le voci che stanno circolando in queste ore sulle ulteriori restrizioni da imporre, in tutta Italia, destano enorme preoccupazione tra i proprietari di bar e ristoranti. Il prossimo Dpcm potrebbe, infatti, definire nuove regole: dall’orario di chiusura per i locali anticipato al tetto massimo di partecipanti per ogni tipo di evento.

 

Il solo pensiero di un coprifuoco alle 23 ha fatto infuriare ristoratori, baristi, gelatai, pizzaioli e le associazioni di categoria. E ancora prima di qualsiasi decisione governativa gli imprenditori hanno fatto sentire la loro voce.

 

Per Fipe-Confcommercio lo stop “sarebbe un puro atto di autolesionismo”, che metterebbe definitivamente in ginocchio un settore già alle prese con una crisi gravissima.

 

Anche gli Ambasciatori del Gusto hanno giudicato un’ipotetica limitazione: inutile, incoerente e discriminatoria. Si fa, inoltre, un distinguo tra locali con servizio al tavolo e bar o pub – chiedendo nel caso di escludere dalla norma i primi che riuscirebbero meglio a garantire il rispetto delle norme anti-assembramento.

 

Se l’obiettivo è quello di contrastare le aggregazioni però l’effetto che si potrebbe ottenere è far riversare le persone in strada senza più alcun controllo.

 

Anche il mondo degli eventi, che in questi mesi ha cercato di ripartire, fa sentire la sua voce.

 

L’Associazione nazionale banqueting e catering chiede di lavorare nel rispetto delle regole e che ci siano, inoltre, maggiori controlli per colpire i fuorilegge e non l’intero comparto. Un ulteriore stop metterebbe a rischio 2mila imprese e 100mila dipendenti.

 

“Il numero dei partecipanti a un evento deve essere proporzionato allo spazio a disposizione. Fissarlo a prescindere non ha alcun senso, se non quello di penalizzare ancora di più un settore già martoriato”, tuona il presidente di Anbc Paolo Capurro.

 

Da Palazzo Chigi smentiscono però le indiscrezioni su restrizioni orarie e la chiusura di alcune attività, come misura di contrasto alla diffusione dei contagi da Coronavirus. Il nuovo Decreto della presidenza del Consiglio dei ministri dovrebbe arrivare giovedì e solo allora saranno svelati tutti i dubbi.

 

Credo che gli abusi si contrastino individuando e sanzionando chi non rispetta le regole non chiudendo tutte le attività. Ad ogni modo, al di là delle misure per frenare la curva dei contagi, ogni persona dovrebbe continuare a fare la propria parte. Sul lato ristorativo, ad esempio, si potrebbero privilegiare i locali virtuosi, chissà che poi gli altri – svuotandosi – non prendano esempio. Facciamo la differenza.

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