Il Refettorio di Bottura arriva anche a Torino

Tra gli chef stellati, c’è chi ha interpretato l’attività imprenditoriale in chiave sociale. È il caso di Massimo Bottura (nella foto), che sta moltiplicando in Italia e nel mondo il format del Refettorio, una cucina in cui vengono serviti pasti per i bisognosi utilizzando quelli che altrimenti sarebbero scarti di cibo delle aziende alimentari.

L’ultima novità riguarda la città di Torino, dove verrà aperto un nuovo Refettorio in un quartiere periferico interessato da un piano di riqualificazione, come anticipato dall’assessore al commercio Alberto Sacco. Pochi giorni fa Bottura è stato premiato a New York con il Sustainability Forward Award, nato per sottolineare l’impegno dei cuochi che hanno la capacità di guardare oltre il lavoro quotidiano e preoccuparsi anche del futuro.

Il Refettorio di Torino vedrà la collaborazione del cuoco piemontese Ugo Alciati che guida le cucine della Villa Reale nella Tenuta di Fontanafredda a Serralunga d’Alba.

L’iniziativa del Refettorio (progetto della onlus Food for Soul fondata da Bottura e dalla moglie Lara Gilmore) è già stata un successo a Milano in occasione di Expo 2015, a Rio De Janeiro per le Olimpiadi 2016 e recentemente anche a Londra.

Lo chef dell’Osteria Francescana di Modena ha annunciato di voler aprire un nuovo Refettorio a Parigi e altri saranno aperti negli Stati Uniti. In particolare, negli Usa Bottura può contare sull’aiuto dell’organizzazione filantropica americana Rockefeller Foundation, che ha recentemente donato 500mila dollari a Food for Soul.

Bottura si aggiunge così ad altri grandi chef presenti a Torino: Antonino Cannavacciuolo (che ha appena aperto il suo bistrot) Ferran Adrià (che nel 2018 aprirà il ristorante gourmet Condividere by Lavazza allo spazio Nuvola) Matteo Baronetto alla guida del Cambio e Davide Scabin, chef del Combal.Zero.

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