Rapporto Coop: i carrelli degli italiani si colorano di verde
Nella spesa degli italiani l’associazione tra cibo e ambiente assume un ruolo sempre più importante. I consumi post pandemia sono sempre più green: i carrelli “verdi” registrano nel 2020 un valore complessivo di 10 miliardi di euro tra ipermercati e supermercati.
Sono alcuni dei dati più importanti emersi dall’anteprima digitale del “Rapporto Coop 2021 – Economia, Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani”. Lo studio, redatto dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori), è stato svolto in collaborazione con Nomisma, il supporto di analisi di Nielsen e i contributi originali di: Gfk, Gs1-Osservatorio Immagino, Iri Information Resources, Mediobanca Ufficio Studi, Npd, Crif, Tetra Pak Italia. Le fonti di cui si è avvalso sono due, intitolate “Reshaping the future” e condotte entrambe nello scorso mese di agosto. La prima survey ha coinvolto un campione di 1.500 italiani over 18 (18-75 anni), mentre la seconda si è rivolta a un panel della community del sito di italiani.coop e ha coinvolto 1.000 opinion leader e market maker fruitori delle passate edizioni del Rapporto. Tra questi sono stati selezionati 470 ruoli apicali.
I dati
Stando all’88% del campione, il cibo è associato al concetto di sostenibilità: per il 33% ha un metodo di produzione rispettoso, per un altro 33% attenzione agli imballaggi, per il 21% è sinonimo di origine e filiera e per il 9% di responsabilità etica. Così, il 13% sta riducendo il consumo di carne, si preferiscono prodotti locali e di stagione, i veg sono consumati anche da chi cerca solo una alternativa proteica alla carne e raddoppiano le vendite di proposte vegane di nuova generazione (le bevande, le besciamelle, i piatti pronti). Inoltre, dai dati emerge che 1 italiano su 6 ha dichiarato di aver adeguato il proprio regime alimentare per ridurre l’impatto ambientale.
Un altro grande driver di scelta, anch’esso potenziato dall’effetto pandemia, è sicuramente la ricerca attraverso il cibo di un maggior benessere e l’83% dei nostri connazionali si dichiara disposto a spendere di più pur di acquistare prodotti con qualità certificata (dopo di noi l’80% dei cinesi e solo dopo europei e statunitensi).
Il crescente benessere spiega anche la maggiore attenzione che gli italiani prestano all’etichetta; così le indicazioni sull’origine e la provenienza del cibo sono determinanti per l’acquisto per il 39% degli italiani, per il 28% lo sono i valori nutrizionali e a seguire il metodo di produzione (per il 26%).
Procede il declino della marca, reso evidente non solo dall’avvento dei discount (oggi il 20% delle vendite Gdo), ma anche dalla crisi negli altri canali della distribuzione (dal 2013 ad oggi la perdita di quota delle grandi marche è pari a un -9%) controbilanciato dalla Mdd (un +9% nello stesso lasso di tempo) e anche dai piccoli produttori (+3%).
Come sarà il futuro
Al centro delle strategie future, per il 45% del campione, occorre riprogettare i punti vendita, magari integrando la rete fisica con i nuovi canali virtuali (39%) e lavorando per una riqualificazione del personale (34%). In un secondo tempo, occorrerà investire nelle vendite online, canale in crescita, anche se dopo l’exploit del 2020 (+121%), l’e-grocery resta un segmento piccolo delle vendite alimentari complessive (poco sopra il 2% del totale Gdo).
Nello scenario immediato, ad essere più preoccupante per la Gdo è la dinamica dei prezzi all’acquisto e alla vendita. Vi è il rischio che il retail alimentare resti schiacciato tra la diminuzione dei prezzi al consumo (-0,7% la deflazione del prezzo dei prodotti alimentari nel primo semestre 2021) e l’annunciato aumento dei prezzi delle materie prime e dei listini dei fornitori industriali.
«Ci lasciamo alle spalle un 2020 impegnativo per Coop, che ha generato un miglioramento importante nella gestione caratteristica delle grandi e medie cooperative, con un ritorno all’utile in quasi tutte –, sottolinea Marco Pedroni, presidente di Coop Italia e di Ancc-Coop – Continueremo a percorrere questa strada di miglioramento delle nostre cooperative in un 2021 che inevitabilmente con la riapertura dei consumi fuori casa rallenterà le vendite. Prevediamo di chiudere l’anno con un fatturato retail in linea con quello del 2020. Il nostro obiettivo rimane quello di fornire un cibo buono, sicuro e sostenibile per tutti, accessibile a tutte le fasce di reddito».