Prosecco Doc: produzione +10,7%. Per il 2020 previste 20 milioni di bottiglie di rosé

Il Consorzio del Prosecco Doc diversifica il business e dà il via libera al rosé: sarà fatto da uve Glera e una quota di Pinot nero compresa fra il 10% ed il 15%, con indicazione in etichetta dell’annata e immissione nel mercato dall’1 gennaio successivo alla vendemmia.

Anche il Consorzio Prosecco Doc scommette sul rosé tanto che parte delle risorse del prossimo bilancio saranno destinate al “rosato”. A comunicarlo è lo stesso Presidente Stefano Zanette, dopo l’assemblea dei soci che ha approvato il bilancio 2018 e le linee guida per il futuro.

Continuano intanto a essere ottime le performance della Doc che ha chiuso il 2018 con una produzione di 3,6 milioni di ettolitri, in aumento del 10,7%  rispetto al 2017, e una crescita in valore del 13,4%, a 2,3 miliardi di euro, grazie alla vendita di 466 milioni di bottiglie.

Quello del rosé però è ben più di una moda per il Nord est dove il 57% dei produttori del Prosecco già lo imbottiglia da anni. L’introduzione del “Prosecco spumante rosé millesimato” nel disciplinare sarà un modo di diversificare il business e  “credo sarebbe possibile produrre, dopo la vendemmia del 2020, dai 15 ai 20 milioni di bottiglie rosé sui 460 milioni complessivi prodotti nella denominazione Prosecco Doc”, spiega Zanette.

Ora manca solo l’approvazione delle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia e, infine, il timbro definitivo del Comitato nazionale vini del Governo.

Secondo Nomisma – Wine Monitor, l’Italia sarebbe già pronta alla rivoluzione del rosato e non sole lei. Il 55% degli intervistati  italiani infatti ha consumato almeno una volta negli ultimi 12 mesi spumante rosé contro un non così lontano 75% relativo al Prosecco. Il Regno Unito, principale piazza di esportazione delle bollicine italiane diventerebbe anche il miglior mercato per la versione rosa – il 93% del consumatori britannici lo acquisterebbe –  così come gli Stati Uniti, per il 78%.

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