Privacy e videosorveglianza nei ristoranti. Il caso irlandese

*a cena con diritto

È diventata virale la notizia di un ristorante irlandese che in rete ha accusato una famiglia cliente del proprio locale di essersi allontanata senza aver pagato il conto di quanto consumato (150 sterline: due bistecche da 280g con i rispettivi contorni, altre due bistecche del Derbyshire e alcune birre artigianali). Sarebbero state diffuse sul profilo Facebook del locale le immagini ricavate dal sistema interno di videosorveglianza rappresentanti i clienti presunti insolventi e fuggitivi. Si è però scoperto che la famiglia accusata non era in realtà colpevole.

L’errore è da attribuirsi a un membro del personale che non aveva registrato il pagamento cui i clienti avevano provveduto con strumento elettronico, e alla successiva emissione dello scontrino. Tuttavia, le immagini sono state pubblicate e poi riprese anche da alcuni organi di stampa.

A seguito della denuncia da parte dei clienti, che ritenevano di essere stati diffamati, e quindi lesi nella propria reputazione, dalla gogna mediatica cui erano stati esposti, è stato il ristoratore a doverli risarcire con il pagamento di una somma pari a 75mila sterline (oltre 80mila euro).

In conclusione, le immagini degli impianti di videosorveglianza andrebbero sempre impiegate secondo la normativa privacy e solo per denunciare all’autorità giudiziaria il comportamento di soggetti effettivamente responsabili di un presunto crimine.

*di alessandro klun

Letizia Ceriani

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