Pomodoro: origine obbligatoria in etichetta

Scatta dal 27 agosto l’obbligo di indicare in etichetta l’origine dei derivati del pomodoro. La nuova misura applicata a conserve e concentrato di pomodoro, sughi e salse – composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro – introduce la sperimentazione per due anni del sistema di etichettatura, già in vigore per pasta e riso.

La filiera Made in Italy coinvolge circa 7mila imprese agricole, oltre 100 imprese di trasformazione e 10mila addetti, che esporta 2 miliardi di euro di derivati del pomodoro in tutto il mondo.

Tra i punti chiave della misura prevista dal decreto c’è anche l’indicazione che le confezioni di derivati di sughi e salse prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta il nome del Paese nel quale il pomodoro viene coltivato e il nome del Paese in cui è stato trasformato. Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi Ue, Paesi NON UE, Paesi UE E NON UE.

I prodotti che non soddisfano i requisiti previsti dal Decreto, perché immessi sul mercato o etichettati prima dell’entrata in vigore del provvedimento, potranno essere commercializzati entro il termine di conservazione previsto in etichetta.

“La nuova normativa entra in vigore mentre si sta concludendo la campagna di raccolta del pomodoro in Italia, che quest’anno dovrebbe assicurare un raccolto attorno a 4.750.000 tonnellate, con una buona qualità in termini di gradi Brix, ovvero di contenuto zuccherino, ma rese all’ettaro sotto le medie degli ultimi anni – afferma Coldiretti -. L’Italia è il principale produttore dell’Unione Europea dove le previsioni riportano un calo produttivo complessivo del 14%, con riduzioni superiori al 20% in Spagna e Portogallo. A livello mondiale il calo della produzione sarebbe meno sostenuto (-6,6%), nonostante la previsione di un meno 40% per la produzione cinese di pomodoro da industria, mitigata da un +14% della produzione californiana. Oggi in Italia si consumano circa 30 chili a testa all’anno di conserve a casa, al ristorante o in pizzeria secondo le stime della Coldiretti e a essere preferiti, sono stati nell’ordine le passate, le polpe o il pomodoro a pezzi, i pelati e i concentrati”.

 

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