Piccini 1882, il fatturato cresce e supera i 68 milioni

Una nuova e più efficiente organizzazione, un piano di investimenti pluriennale da oltre 20 milioni, l’impulso all’e-commerce (+300% a/a). Il gruppo guidato da Mario Piccini guarda al futuro con ottimismo.

Piccini 1882 si affaccia alla seconda metà dell’anno forte di risultati economici in crescita.

L’azienda vitivinicola, guidata dall’amministratore delegato Mario Piccini (nella foto), chiude il 2020 con oltre 18 milioni di bottiglie prodotte e ricavi che superano i 68 milioni di euro, in crescita del 7%. Di questi, quasi 44 milioni rappresentano il valore dell’export, pari a circa il 65% del fatturato complessivo.
Risultati che certificano il valore del processo di riposizionamento strategico dell’azienda, avviato nel 2020 dalla famiglia Piccini e culminato a inizio 2021 con il rebranding del gruppo, finalizzato alla creazione di un’organizzazione ancor più moderna, efficiente e funzionale.

“Abbiamo cercato di rispondere alla crisi economica con idee e investimenti, la vera chiave per superare le difficoltà – commenta Piccini -. L’esercizio 2020 non può che essere condizionato dalla pandemia, che ha messo in discussione molte delle attività che avevamo previsto. Non siamo però stati fermi, tutt’altro: siamo corsi ai ripari investendo sui prodotti, pianificando nuove strategie per i nostri mercati di riferimento e puntando sull’e-commerce. Da sempre crediamo nel valore della filiera, il cui sostegno è essenziale per lo sviluppo dell’intero territorio e in tal senso siamo quotidianamente impegnati nel ‘fare sistema’ con tutti gli stakeholder con cui ci rapportiamo. Come gruppo, abbiamo proseguito il piano di crescita iniziato negli anni scorsi e previsto altri investimenti”.

A tal proposito, Piccini 1882 ha saputo rispondere alla crisi economica mondiale promuovendo un piano di investimenti pluriennale pari oltre 20 milioni di euro.

Nel biennio 2018-19 l’azienda ha stanziato 18 milioni per portare a compimento l’acquisizione di Agricoltori del Chianti Geografico e per l’inaugurazione del nuovo stabilimento produttivo a Casole D’Elsa. Nel 2020 Piccini ha messo sul piatto altri 2,5 milioni per completare i lavori di ristrutturazione e rinnovamento degli stabilimenti di San Gimignano, per il Geografico, e della sede storica di Castellina in Chianti.

 

Qualità e innovazione: l’importanza dell’e-commerce

Il canale online è cresciuto del 300% rispetto all’anno precedente. Si tratta di risultato senza precedenti che ha dato un forte impulso alla vendita di vini di alta qualità.
“Nei mesi della pandemia ci siamo chiesti come andare incontro alle esigenze di un pubblico sempre più consapevole e appassionato – racconta Mario Piccini –. Abbiamo deciso di investire molto sui vini organici, come ad esempio il progetto Costa Toscana, espressione di questa ricerca. Si tratta di vini di qualità, disponibili anche sulle piattaforme e-commerce per poter condividere con i nostri clienti più affezionati prodotti biologici ed esclusivi. Sin dal packaging, le etichette strizzano l’occhio alla modernità, con un look contemporaneo e accattivante, e valorizzano il brand e l’universo valoriale cui fanno riferimento”.

Le denominazioni toscane: una crescita trasversale

Il 2020 ha registrato un incremento delle vendite per le principali denominazioni in Piccini 1882. Nello specifico, l’azienda evidenzia una crescira delle vendite nei vini rossi toscani più rappresentativi: dal Chianti Classico DOCG al Brunello di Montalcino DOCG nelle versioni annata e Riserva.

Leggi l’articolo: Nasce Piccini 1882, rebranding per la famiglia del vino

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