Ortofrutta italiana, +6,9% l’export nel primo trimestre
Buone le performance dell’ortofrutta italiana che nel primo trimestre del 2020 ha incrementato le esportazioni del +6,9%. Si tratta di quasi 92 milioni di euro in più, mentre i volumi calano del 4,9%. A renderlo noto è Fruitimprese sulla base dei dati Istat. Anche le importazioni crescono sia in volume (7,8%) che in valore (13,1%).
Le quantità importate (circa 977mila tonnellate) superano ancora una volta le quantità esportate (899mila tonnellate), mentre a valore l’export supera l’import di oltre 210 milioni.
Il saldo commerciale diminuisce e si attesta a 210 milioni di euro.
Limitando l’analisi al solo mese di marzo, durante il quale è iniziato il lockdown, è interessante notare che non vi sono state ripercussioni negative sull’export che, invece, ha incrementato il fatturato del 7,1%.
Complessivamente nei primi tre mesi del 2020 l’Italia ha esportato circa 900mila tonnellate di prodotti per un valore di 1 miliardo e 291 milioni di euro. In volume segno negativo per frutta fresca (-14,5%) e frutta secca (-6,5%) mentre sono cresciuti gli ortaggi (8,2%) e gli agrumi (0,1%). In valore andamento positivo per gli ortaggi (11,4%), gli agrumi (16,5%) e la frutta secca (21,4%) e segno meno per la frutta fresca (-3%).
Per quanto riguarda le importazioni l’Italia ha acquistato dall’estero circa 976mila tonnellate di ortofrutticoli per un valore di 1 miliardo e 81 milioni di euro. Tra i singoli comparti diminuisce in volume la quota degli ortaggi (-4,6%) e aumenta quella della frutta tropicale (15,2%), della frutta fresca (19,5%), della frutta secca (16,8%) e degli agrumi (30,6%); lo stesso andamento si registra in valore con calo per ortaggi e segno positivo per frutta fresca, frutta tropicale e frutta secca.
Un vero boom l’import di agrumi (+57%).
“Per un concreto rilancio del nostro export, attendiamo una svolta politico-diplomatica che supporti le imprese nell’apertura dei nuovi mercati dell’Asia, dell’Estremo Oriente e del Centro America. Così come attendiamo un progetto di rilancio dei consumi nazionali che riconosca all’ortofrutta il ruolo e i benefici per la salute dei consumatori”, afferma Salvi.
“Piuttosto – conclude Salvi – osserviamo negli ultimi dieci giorni di giugno un preoccupante calo dei consumi di frutta estiva come meloni, pesche/nettarine, albicocche…sono prodotti che richiedono il caldo e il bel tempo, ma che al tempo stesso scontano un calo produttivo causa gelate e l’incertezza economica generale che limita gli acquisti. I prezzi alla produzione sono in calo, mentre vediamo che al dettaglio i prezzi si mantengono alti, il che sicuramente non agevola i consumi”.