L’ortofrutta è pronta al Green Deal

Il 28% delle imprese ortofrutticole nazionali fa biologico e il 36% si dedica alla produzione integrata.

Innovativo, dinamico e pioniere della sostenibilità ambientale: il settore dell’ortofrutta italiana è pronto alla grande sfida della transizione verde europea. Lo conferma Cia-Agricoltori Italiani che, nella giornata inaugurale di Macfrut Digital 2020, ha messo a fuoco i punti di forza del comparto e stilato le priorità per la svolta sostenibile.

L’ortofrutta non rappresenta solo un pilastro dell’agricoltura made in Italy ma traina l’intero sistema agroalimentare. Il comparto conta  300mila aziende, che fatturano quasi 13 miliardi di euro. Durante il lockdown si è registrato un balzo del 20% per la frutta e del 13% della verdura.

Sono imprese tecnologiche – come spiega Nomisma – che utilizzano software di gestione (il 14%), centraline meteo (8%), macchine con guida assistita, semi-automatica e Gps integrato. Inoltre, il 71% delle aziende dell’ortofrutta ricorre a impianti per il risparmio idrico e il 33% produce energie rinnovabili, in prevalenza fotovoltaico, in minor parte caldaie e biomasse.

Si tratta di numeri che confermano quanto gli agricoltori del settore siano sensibili a temi quali innovazione e sostenibilità, centrali nel Green Deal dell’Europa.

Con le strategie Farm to Fork e Biodiversity, saranno cruciali obiettivi cardine quali la riduzione dell’uso di agrofarmaci, l’incremento della produzione bio e la salvaguardia della biodiversità.

Per Cia, quindi, il settore è pronto alla sfida della transizione verde ma a determinate condizioni. Le istituzioni europee e nazionali dovranno, infatti, tenere conto di una serie di priorità. Innanzitutto si dovranno garantire agli agricoltori strumenti ad hoc per continuare a produrre e fare reddito. Dall’altro lato sarà anche necessario soddisfare i bisogni dei consumatori, sempre più interessati a prodotti made in Italy, da filiera controllata e legati al territorio.

“L’innovazione scientifica e tecnologica – ha detto il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino – sarà essenziale per poter contare su soluzioni alternative, come quelle offerte dalla chimica verde”. Infine, per essere competitivi sui mercati internazionali, va costruita una politica commerciale a tutela del settore, il cui export solo in Italia vale 8,4 miliardi”.

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