LT Wine&Food Advisory: ciò di cui il vino italiano ha bisogno

di letizia ceriani

LT Wine&Food Advisory nasce in Italia nel 2014 e deve il proprio nome a Lorenzo Tersi (in foto), ceo e founder della società, in campo da oltre vent’anni al fianco delle aziende del vino. Quello svolto con il sistema delle imprese vinicole, cantine e consorzi, è un mutevole scambio di tempo e fiducia, ha raccontato Tersi a MAG. Una grande ricerca, iniziata molti anni fa.

L’humus

Tersi, classe 1970, nasce in Romagna, per sua natura terra di cooperazione, per poi spostarsi a Roma, dove si specializza in marketing strategico. Il viaggio tra regioni da subito lo mette a contatto con la frammentarietà, tratto peculiare della realtà vitivinicola del Belpaese. Consulente specializzato in sviluppo d’impresa per il made in Italy, Tersi sviluppa negli anni una verticale sul mondo del vino. E il suo curriculum parla da sé. Oltre ad aver collaborato con molte istituzioni – consorzi e fiere vinicole -, è stato consigliere d’amministrazione di grandi aziende come Masi Agricola, e foodtech come Cortilia.

Ad oggi, presiede il Cda di Venturini Baldini ed è consigliere di amministrazione della holding Quintalia. Dal 2008, siede nel board di Cesena Fiera, con delega al Forum dell’economia della Romagna (Fattore R); è inoltre consigliere d’amministrazione di Macfrut, fiera internazionale dell’agribusiness e agritech. Dal 2021, è partner e membro del CdA di Aegida Investments, società attiva per club deal nel made in Italy.

La sua creazione più importante è la società LT Wine&Food Advisory, basata nella Capitale e attiva nel campo delle consulenze, aggregazioni e fusioni tra imprese del settore. L’idea nasce dalla domanda delle (oltre duemila) aziende, «di crescere, cambiare e unirsi».

«Oggi esistono oltre 100 poli aggregatori di vino. I produttori, per un tema di competitività, sono quasi costretti a unirsi, e sulla carta è facile, ma nella parte di execution è tutt’altra cosa, in primo luogo perché gli imprenditori hanno sempre faticato a fare squadra».

La consulenza di LT, concentrandosi su situazioni dedicate, processi di M&A, partnership e passaggi generazionali. Operazioni che, a partire dal 2022, hanno subito un notevole calo.

Lo evidenzia Mediobanca nel suo ultimo report dedicato al comparto vinicolo. L’indagine prende in esame 255 società italiane di capitali con fatturato che superano i 20 milioni di euro e che nel loro insieme costituiscono il 94,9 % del fatturato nazionale del settore vinicolo. Lo studio include anche un focus sulle principali operazioni di M&A, sulle tematiche di governance e sulla sostenibilità. Tra il 2024 e i primi mesi del 2025, si sono registrate appena una dozzina di deal, distribuiti tra Toscana, Friuli‑Venezia Giulia e Isole.

L’M&A rallenta in un contesto in cui – stando agli ultimi dati diffusi dalla prima edizione verticale del Food Industry Monitor (FIM) realizzato da Ceresio Investors, in collaborazione con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e con il patrocinio di Confindustria Veneto – nel 2024 il valore del mercato globale del vino ha raggiunto gli 88,4 miliardi di euro, confermando l’Italia ancora una volta produttore mondiale, secondo solo alla Francia, in termini di volume e primo in termini di valore. Le potenzialità non mancano.

Un passo più lento interessa sempre di più anche dai consumatori che, secondo l’Organizzazione internazionale della Vigna e del Vino (Oiv), avrebbero bevuto, nel 2024, circa 214, 2 milioni di ettolitri, ovvero il -3% sull’anno precedente.

Date le premesse, tutto sembra suggerire che il comparto necessiti di un salto, ragionato e strategico.

Continua a leggere: scarica la tua copia di MAG.

Letizia Ceriani

SHARE