La sostenibilità di Icam nel report n° 6
Icam Cioccolato, azienda italiana specializzata nella produzione e commercializzazione di cioccolato e semilavorati del cacao, ha pubblicato il sesto bilancio di sostenibilità. Nel documento l’azienda riporta, numeri, traguardi raggiunti nel corso dell’anno 2023, e l’impegno per gli obiettivi futuri, definendo l’importanza oggi per ogni realtà imprenditoriale di diventare soggetto responsabile capace di generare valore condiviso.
L’azienda lecchese nel corso del 2023 ha portato avanti un percorso di sviluppo di una governance della sostenibilità con l’obiettivo di facilitare processi e progetti, valorizzando il contributo di ogni funzione coinvolta, per costruire una cultura della sostenibilità condivisa all’interno della società, attraverso programmi atti a sensibilizzare tutti i collaboratori su queste tematiche; e all’esterno della società, coinvolgendo alcuni clienti internazionali in progetti di filiera nei Paesi di origine.
Partendo dai 4 pilastri della sostenibilità – filiera, ambiente, persone e innovazione – il bilancio di ICAM, redatto in conformità con i Global Reporting Initiative Standards, riporta inoltre dati e informazioni relativi all’impegno a produrre cioccolato di alta qualità in modo responsabile.
Nel corso dei suoi oltre 75 anni di attività, ICAM si è distinta come azienda leader nella produzione di cioccolato e semilavorati del cacao, che oggi commercializza in Italia e in 70 paesi esteri, tracciando l’intera filiera, dalla coltivazione delle fave fino al prodotto finito. Un approccio che le ha permesso nel corso dei decenni di sviluppare una profonda conoscenza della materia prima, dei metodi di coltivazione, dei paesi da cui la pianta ha origine – Sud America e Africa in primis – e che permea l’intera governance dell’azienda, attraverso un coinvolgimento attivo di tutti i suoi stakeholder: a partire dai collaboratori (in Italia e all’estero), fornitori e produttori di cacao, passando per finanziatori, enti di formazione, Università, e ONG, fino ad arrivare alle comunità locali (italiane e internazionali), i clienti e i consumatori.
“In ICAM, oggi più che mai, ci impegniamo a costruire una cultura di sostenibilità condivisa all’interno e all’esterno della società – dichiara Sara Agostoni, chief sustainability officer di ICAM Cioccolato -. Lo facciamo tutti i giorni in azienda attraverso il programma di engagement di tutti i collaboratori sulle sfide della sostenibilità, iniziato nel 2023 per informare, coinvolgere e responsabilizzare; lo facciamo da sempre con i nostri fornitori, invitandoli a condividere i nostri valori attraverso il nostro codice etico e con i clienti che supportiamo e coinvolgiamo in progetti a sostegno delle comunità di coltivatori nei Paesi di origine. Un approccio che portiamo avanti attraverso due leve che siamo convinti siano fondamentali per uno sviluppo sostenibile: la cultura come necessità per la condivisione degli stessi valori e la partnership con la consapevolezza che nessuno può fare da solo”.
Con questo spirito, nel 2010 nasce la subsidiary Ugandese, ICAM Uganda ltd., in cui l’azienda è impegnata a replicare il proprio approccio e a riproporlo in tutte le relazioni che intrattiene nel resto del mondo con fornitori, collaboratori, cooperative di coltivatori e clienti.
Le persone
L’attenzione di ICAM nei confronti delle persone che a vario titolo interagiscono con l’azienda si traduce nella volontà di instaurare un coinvolgimento diretto e sincero e un dialogo partecipativo finalizzato a favorire lo scambio e l’arricchimento reciproco. Con gli oltre 400 dipendenti della sede italiana di Orsenigo e i circa 170 della subsidiary ICAM Uganda ltd., ICAM si impegna a implementare numerose azioni di Welfare che vanno oltre a quanto stabilito dalla legge di entrambi i paesi: un corposo pacchetto di benefit, come contributi economici per l’istruzione dei figli, buoni carburante ecc., oltre a premi economici legati al raggiungimento degli obiettivi aziendali e alla valutazione delle performance del singolo. Nel solo 2023 sono oltre 21mila le ore di formazione erogate che hanno permesso ai dipendenti di tutti i reparti di raggiungere specifici obiettivi, integrando la propria retribuzione mensile. Azioni che nel corso di questi ultimi anni sono state parallelamente implementate e adattate anche per l’organico ugandese, composto per lo più da compratori e personale impiegatizio (oltre il 64%) e operai (32%).
A questi ICAM riconosce, oltre alle garanzie previste dalla normativa ugandese (versamento dei contributi pensionistici, permessi giornalieri, assistenza sanitaria e congedo parentale), pasti presso la mensa aziendale, l’integrazione di una somma extra destinata a coprire eventuali spese sanitarie non coperte dal welfare statale in ciascuno dei 3 siti produttivi. L’85% dei dipendenti ugandesi ha potuto inoltre accedere a sessioni di formazione relativa al Codice Etico, di condotta e alle pratiche gestionali e sulle tecniche agronomiche, oltre ad attività di gestione dei farmer e delle comunità locali. La cura e attenzione verso le persone si estendono infine anche in Italia, e al territorio in cui l’azienda opera, attraverso collaborazioni e donazioni di prodotto a supporto di associazioni come il Banco Alimentare o enti locali che si occupano del sociale (nel 2023 le donazioni di prodotto hanno raggiunto un valore di oltre 1 milione di euro).
La presenza dell’azienda sul territorio comasco si contraddistingue inoltre per la partecipazione e il sostegno a iniziative culturali ed educative destinate alle giovani generazioni o attraverso la collaborazione, sempre più stretta, con Noi Genitori Onlus presso la quale l’azienda svolge giornate di volontariato aziendale coinvolgendo i dipendenti a dare il proprio contributo all’integrazione delle persone con disabilità nel tessuto sociale.
Una filiera responsabile
La gestione responsabile e sostenibile dell’intera catena di fornitura è da sempre un elemento imprescindibile per ICAM, per questo da sempre la società si impegna a ricorrere a fornitori che abbiano sottoscritto il proprio codice etico e che dimostrino di agire responsabilmente, in linea con gli stessi valori sociali e ambientali definiti dal codice stesso. Ad oggi il codice etico di ICAM è stato sottoscritto dal 97% dei produttori di cacao di oltre 20 filiere di approvvigionamento in Africa (68%), Sud America (22%) e in America Centrale (10%) e dal 100% dei fornitori delle altre materie prime principali.
Attraverso l’approvvigionamento diretto del cacao, ICAM è in grado, inoltre, di gestire in maniera più efficace e responsabile gli aspetti di complessità che caratterizzano questa catena di fornitura. Una strategia di integrazione verticale che nel corso degli anni ha permesso all’azienda di instaurare con le comunità di coltivatori ugandesi un solido e proficuo rapporto di collaborazione. Da diversi decenni ICAM si impegna, insieme ai fornitori, in progetti di miglioramento della qualità del cacao e delle pratiche agricole, prestando supporto tecnico o finanziario. Si tratta di un modello di collaborazione “win-win”, in cui l’incremento della qualità e della produttività delle piante di cacao diventa contemporaneamente un vantaggio per l’azienda e per il coltivatore che può aumentare il proprio reddito, migliorando le condizioni socioeconomiche della propria famiglia e dell’intera comunità di appartenenza.
Tale approccio consente inoltre di conoscere l’esatta provenienza del cacao acquistato – che per ICAM si estende anche alle filiere delle altre materie prime utilizzate nella produzione dei propri prodotti (zucchero, latte e vaniglia) – tracciandone anche il tipo di coltivazione e i processi produttivi adottati, avendo modo così di individuare per tempo anche eventuali aspetti critici legati alla qualità, alla sicurezza alimentare e alla gestione delle risorse ambientali e sociali. Quello della tracciabilità del cacao è un aspetto che, oggi più che mai, assume un carattere di urgenza, anche alla luce delle nuove normative comunitarie che impongono alle aziende una conoscenza sempre più approfondita delle proprie catene di approvvigionamento.
Proprio in previsione dell’entrata in vigore della European Deforestation-free Products Regulation, dal 2023 ICAM ha avviato una collaborazione con tutti i fornitori di cacao diretti per geolocalizzare tutto il cacao acquistato. Controlli estremamente rigorosi che si aggiungono a quelli imposti dai principali enti di certificazione – biologico, rainforest alliance e fairtrade in primis – che richiedono ai produttori di sottostare a precise regole finalizzate alla salvaguardia dei diritti umani e dell’ambiente. Nel 2023, il 68% delle oltre 26mila tonnellate di cacao acquistato da ICAM ha una o più di queste certificazioni.
L’approccio sostenibile alla filiera ha portato anche all’implementazione di cui il progetto di sviluppo “Sustainable farming for a Climate Resilient Livelihood of Cocoa Farmers in Uganda” è la dimostrazione pratica. Avviato nel 2023 in collaborazione con un cliente internazionale e grazie a dei fondi governativi internazionali, il progetto si pone il fine di trasformare l’attuale sistema produttivo, rendendolo resiliente ai cambiamenti climatici, attraverso differenti tipologie di azioni: trasferire best practices per migliorare la produttività del cacao; promuovere progetti di formazione tecnica, finanziaria e di gender equity, per innescare un processo di miglioramento delle condizioni di vita; incrementare remunerazione, coesione sociale e di conseguenza, la capacità di investire efficacemente nell’attività di coltivazione del cacao. Il progetto ha visto concludersi nel 2023 la fase di studio preliminare, i cui risultati hanno confermato che il cacao rappresenta a Bundibugyo (Uganda) la principale fonte di reddito per la maggior parte degli agricoltori e che la diversificazione delle colture è una delle chiavi per il raggiungimento di una maggiore reddittività della piantagione. A partire da questi input, il progetto orienterà, nei prossimi anni, l’impegno di ICAM e dei partner coinvolti, verso il miglioramento del living income degli agricoltori e della resilienza delle coltivazioni tramite la diversificazione dell’agroecosistema da una parte e il miglioramento della gestione delle colture di cacao dall’altra, oltre a diventare un importante presidio di contrasto alla deforestazione e a contribuire a una riduzione dell’impatto ambientale dell’intera filiera ugandese. Tra gli obiettivi del progetto per il prossimo biennio sono previste ulteriori azioni finalizzate a implementare politiche per la parità di genere e l’empowerment femminile (aumentandone la partecipazione nei momenti di formazione, migliorando le loro competenze in ambito tecnico e assegnando loro ruoli di leadership per un sempre maggiore coinvolgimento nei processi decisionali).
Innovazione
La conoscenza approfondita della materia prima e delle tecnologie produttive necessarie a lavorarla rappresentano, insieme a uno stabilimento all’avanguardia con tecnologie 4.0, i pilastri del know-how di ICAM. Partendo dalla qualità e sicurezza dei propri prodotti, ICAM ha istituito negli anni procedure aziendali, periodicamente rinnovate sulla base del processo tecnologico e delle evoluzioni normative, che permettono di prevenire in modo sistematico l’insorgere di non conformità relative a qualità, sicurezza e legalità delle materie prime utilizzate e dei prodotti finiti, per un totale di oltre 20.000 test realizzati nel solo 2023.
Portare avanti un approccio innovativo significa anche essere capaci di rispondere alle esigenze sempre mutevoli del mercato. Negli ultimi anni si è assistito a un costante incremento della richiesta di prodotti in grado di supportare uno stile di vita sano e più attento ai temi di sostenibilità. Tra questi emergono prodotti in cui viene utilizzato lo zucchero di cocco, prodotti vegani con sostituti del latte a base vegetale, prodotti clean label (no soia/no additivi) e Free-from. Tutte referenze che ICAM, ha testato e implementato all’interno della propria offerta, ottenendo anche le certificazioni correlate (biologico, vegan quality, fairtrade, rainforest alliance, gluten-free e lactose-free) e su cui è impegnata costantemente a condurre analisi di fattibilità e a destinare investimenti. Nel corso del 2023 l’azienda ha sviluppato (in fase di test) un cioccolato a ridotto contenuto di zucchero, utilizzando fibre come ad esempio l’inulina e coinvolto fornitori nell’identificazione della tipologia più adeguata di sciroppo d’avena per lo sviluppo di tre ricette di cioccolato con avena in sostituzione del latte in polvere.
Una tensione costante verso l’innovazione alimentare che trova terreno fertile all’interno del dipartimento di Ricerca e Sviluppo, dove l’elevata capacità di personalizzazione del prodotto ha accreditato ICAM come un fornitore di prodotti premium, dal contenuto etico e tecnico-qualitativo differenziante, apprezzato da distributori e clienti internazionali. Nel corso del 2023 sono state infatti realizzate 486 nuove ricette (il 15% in più rispetto al 2022).
L’impegno ambientale
L’impegno nella salvaguardia dell’ambiente è per ICAM parte integrante del proprio operato. Consapevole del fatto che la ca-tena di approvvigionamento del cacao (scope 3) rappresenta l’elemento con il più elevato impatto (86%) sulla propria Carbon Footprint, l’azienda nel 2020 ha avviato insieme a Carbonsink il Life Cycle Assessment, uno studio puntuale volto a comprendere le differenze nei fattori emissivi nelle varie aree di approvvigionamento e ridurli. Lo studio è partito dall’Uganda nel 2021 e proseguito con il Perù nel 2022, permettendo di identificare in modo scientifico ed esaustivo gli elementi “virtuo-si”delle filiere di approvvigionamento di ICAM. Dallo studio della filiera ugandese risulta infatti in maniera chiara ed evi-dente il beneficio ambientale di una filiera di cacao biologico rispetto a quelle di cacao convenzionale (si va dai 2,9 kgCO2eq/kg del sito di Bundibugyo – dove è coltivato per lo più cacao biologico – ai 4 kgCO2eq/kg dei siti di Hoima e Mukono dove viene coltivato cacao convenzionale).
Lo studio è poi proseguito indagando la filiera del Perù, su un campione di una decina di cooperative fornitrici. Pur in un contesto maggiormente intaccato dall’impatto del Land Use Change , rispet-to all’Uganda viene confermato l’approccio virtuoso nell’approvvigionamento ICAM. L’impatto della filiera ICAM peruviana risulta infatti pari al 40% dell’impatto definito dalla letteratura per il Paese, e di poco inferiore alla media globale.
Andando poi in Italia, ICAM produce il proprio cioccolato all’interno di uno sito produttivo, quello di Orsenigo, completamente automatizzato, in grado di assicurare funzionalità, tracciabilità e sostenibilità ambientale. La presenza di un impianto di tri-generazione, che genera simultaneamente elettricità, vapore e acqua fredda a partire da una singola fonte energetica, consente di ottenere in modo altamente efficiente gran parte dell’energia necessaria a soddisfare il fabbisogno del pro-cesso produttivo dello stabilimento. Nel 2023, il 74,34% del metano acquistato ha alimentato il trigeneratore, mentre Il restante fabbisogno energetico è stato coperto dall’acquisto dalla rete nazionale energia elettrica, che dal 2021 proviene esclusivamente da fonti rinnovabili. Nel corso degli anni l’impianto è stato protagonista di ulteriori investimenti volti a migliorarne sensibilmente le prestazioni energetiche e a implementarne l’efficienza, con l’obiettivo di ridurre costante-mente l’impatto ambientale e contribuendo ad abbassare l’indice di intensità energetica, che presenta un trend in costante riduzione (-6,1% nel 2023).
Per un utilizzo attento e virtuoso di tutti i materiali che impiega, dagli ingredienti per la produzione alimentare ai materiali per il confezionamento l’azienda ha inoltre mappato i propri scarti e rifiuti classificandoli secondo la causa che li genera e il fine vita possibile, mettendo in atto azioni di prevenzione. Nel 2023 l’azienda ha generato e smaltito in maniera responsabile un totale di 3.909 tonnellate di scarti organici e non: il 97% dello scarto organico è stato destinato alla zootecnia o al recupero di biomassa, con solo il 3% destinato a discarica; i rifiuti non-organici (imballi monomateriali (carta/cartone, plastica, legno, materiale ferroso) vengono differenziati e recuperati al 100%: gli imballi misti sono destinati a recupero per il 27%, gli imballi in juta vengono invece separati dai materiali misti e inviati a un operatore specializzato, con cui è attiva una collaborazione dal 2020, che li recupera e reimpiega nella produzione di pannelli isolanti e fonoassorbenti utilizzati in bioedilizia, nell’automotive o nella coibentazione termica naturale, secondo il principio di economia circolare (nel 2023 sono state recuperati oltre 157.000 kg di juta). Concludendo poi con le eccedenze di prodotto finito che vengono destina-te a Banco Alimentare. Una gestione della produzione rispettosa per l’ambiente che passa anche dalla scelta degli imballi e del packaging, preferibilmente riciclabile o, dove possibile per un’idonea conservazione del prodotto, realizzato in materiale compostabile e biodegradabile che ha visto nel 2023 un aumento dell’8% del suo impiego nella produzione di tavolette. Allo stesso tempo, l’azione di “sgrammatura” degli incarti di tavolette ha coinvolto il 78% degli incarti acquistati (+2%), per un risparmio di circa 56 tonnellate di carta rispetto all’anno precedente, e un totale di circa 200 tonnellate in 4 anni.