Insetti in tavola. Si può rifiutare?

*di alessandro klun

In un momento in cui per effetto delle autorizzazioni UE è consentito l’uso di insetti a fini alimentari è lecito chiedersi cosa accade se, al di fuori di tali ipotesi, ci viene servito un piatto che contiene un insetto o altro corpo estraneo.

Presupposto che quello tra ristoratore e cliente è un rapporto contrattuale atipico che si conclude quando chi ci assiste al tavolo riceve l’ordine, sulla base di tale accordo il primo si impegna, oltre a servire i piatti e le bevande scelti, a garantire anche la salute dell’ospite utilizzando nella loro preparazione ingredienti conformi alle vigenti norme in materia di sicurezza e igiene alimentare.

Ne consegue che la presenza nel piatto di un insetto, di un capello o di altro corpo estraneo viola tali norme integrando gli estremi di un vero e proprio inadempimento contrattuale da parte del ristoratore, tale da legittimare, in quanto servizio non eseguito correttamente, il rifiuto al pagamento del piatto da parte del cliente.

Più precisamente tale inadempimento è tale da coinvolgere l’intero contratto per cui il cliente, in presenza anche di un solo piatto “alterato”, potrebbe rifiutare il pagamento del prezzo per tutti i piatti ordinati, pur correttamente serviti, e consumati.

Naturalmente viene fatto salvo un differente accordo tra le parti – ispirato al buon senso – per cui è facoltà del ristoratore proporre all’ospite la sostituzione del piatto contaminato dalla presenza di un insetto, esonerandolo dal pagamento del relativo prezzo, ferma la corresponsione del conto per le altre pietanze regolarmente servite.

Spetta al cliente aderire o meno a tale proposta, sempreché non si tratti di insetti edibili…

*a cena con diritto

Letizia Ceriani

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