Icam Cioccolato pubblica il quarto bilancio di sostenibilità
Cresce l’impegno nella sostenibilità di Icam Cioccolato, come si evince dal bilancio di sostenibilità 2021 appena approvato dall’azienda.
Lecchese e specializzata da 75 anni nella produzione e commercializzazione di cioccolato e semilavorati del cacao, Icam ha annunciato anche l’ingresso di Sara Agostoni (nella foto, sotto a destra)) come nuovo chief sustainability officer, parte della terza generazione della famiglia Agostoni, a garanzia di ogni processo.

Nel 2021, in occasione del 75° anniversario dalla sua fondazione, l’azienda ha deciso di mettere nero su bianco alcune delle procedure già insite nel proprio modus operandi e sistematizzarle all’interno di una nuova corporate identity caratterizzata dal pay off “Chocolate by Nature”.
Organizzato in 4 macro aree, il documento del bilancio attesta anche quest’anno i progressi fatti dall’azienda in termini di responsabilità sociale e ambientale.
Le persone
Le persone sono da sempre la colonna portante dell’azienda. Nel 2021 l’organico aziendale si è arricchito di 17 nuove unità, entrate con differenti mansioni ed è proprio del 2021 l’introduzione del nuovo elemento di professionalità, un premio che viene riconosciuto a tutti i dipendenti sulla base delle loro competenze e che si somma a una formazione costante (40 ore pro capite quest’anno) e ad altri contributi economici per supportare tutti i dipendenti nelle spese sostenute per l’istruzione dei figli (riconosciuto quest’anno a 96 dipendenti) o per aver svolto attività di volontariato (41). Allo stesso modo una grande attenzione viene data ai coltivatori dei paesi di origine che vengono costantemente formati per accrescere le loro competenze tecnico-agricole, al fine di migliorare e incrementare sempre di più la quantità e qualità del raccolto per ottenere un pagamento più alto dalla vendita delle fave di cacao e migliorare le condizioni socio-economiche delle loro famiglie.
La filiera
Da molti anni Icam rivolge una grande attenzione all’intero percorso che le fave di cacao effettuano, da quando sono ancora appese alla pianta fino a quando non diventano una delle innumerevoli ricette (734 nel 2021) prodotte nello stabilimento di Orsenigo. Attenzione che allo stesso modo viene rivolta anche a tutti i player (produttori di zucchero, latte, vaniglia, frutta secca e altri ingredienti che contribuiscono alla realizzazione di ogni ricetta) che possono entrare a far parte della filiera di Icam solo dopo aver condiviso e firmato il codice etico dell’azienda, che nel 2021 ha raccolto il 100% dei fornitori di materie prime. Lo stesso codice è stato firmato anche da molti dei fornitori da cui Icam acquista il cacao, arrivando a chiusura d’anno al 96%.
Inoltre, per incrementare la tracciabilità e la trasparenza della propria filiera, tra la fine del 2020 e il 2021 Icam ha sviluppato un progetto denominato “Supply Chain ESG Risk Assessment”, con l’obiettivo di accrescere la conoscenza della struttura e dei rischi ESG (ambientali, sociali e di governance) che caratterizzano le catene di fornitura di tre delle materie prime più significative nel flusso produttivo del cioccolato: cacao, latte (siero e lattosio) e zucchero. Il progetto si articola in 4 fasi, ciascuna propedeutica alla successiva, e mira ad effettuare una prima mappatura delle filiere che caratterizzano questi specifici ingredienti per ottenere un’analisi dei rischi ESG di ognuna di queste filiere e valutare quale possa essere l’impatto di ognuno di questi rischi sulla filiera di Icam, la richiesta ai fornitori stessi di fare delle valutazioni sui propri rischi ESG e del loro impegno ad evitarli attraverso codici di condotta, policy specifiche, certificazioni di enti terzi, per giungere infine a una valutazione di Icam del rischio residuo che è una summa delle analisi condotte per ciascuna filiera oggetto di studio e che definisce il rischio di imbattersi, anche in maniera indiretta, in situazioni di corruzione, lavoro forzato o minorile dei contadini, deforestazione, mancato rispetto della biodiversità del terreno. Il progetto diventerà strumento per guidare la scelta di partner e fornitori d’ora in avanti.
L’innovazione
Innovazione di processo e di prodotto vanno per Icam di pari passo e sono da sempre fondamentali per mantenere salda la propria posizione sul mercato come azienda in grado di soddisfare ogni esigenza e richiesta di professionisti della pasticceria sempre alla ricerca dell’ultima tendenza, delle industrie dolciarie a cui fornire cioccolato, polvere, burro, creme, e della grande distribuzione italiana ed estera che può contare su moltissime ricette di qualità proposte in private label. Tutti gli sforzi del dipartimento di ricerca e Sviluppo per acquisire i macchinari, fare proprie le tecnologie e le innovazioni necessarie a rispondere ai bisogni di tutte queste categorie di clienti, così come quelli del consumatore finale, fanno parte dell’impegno di Icam ad essere sempre un’azienda innovativa e al passo con le evoluzioni del mercato.
L’ambiente
Icam cerca anche di operare mantenendo il più basso possibile il proprio impatto. Anche in questo caso si tratta di una propensione che ha sempre caratterizzato l’azienda lecchese e che oggi più che mai si esplicita nel pay off “Chocolate by Nature”, cui il cioccolato (e il cacao ancor prima) è un prezioso dono che necessita di essere trattato con la massima cura e attenzione. Un impegno che si traduce nell’incremento anno su anno della quantità di energia che Icam autoproduce grazie al trigeneratore, da dove nel 2021 è arrivato l’85% dell’energia necessaria al fabbisogno produttivo dello stabilimento, della riduzione del 10% di emissioni di CO2 nell’atmosfera o agli incarti delle confezioni delle tavolette di cioccolato che nel 2021 sono state realizzate per il 96% in materiale rinnovabile.
La sfida dell’impatto ambientale ha visto lo scorso anno il raggiungimento di un grande traguardo, fortemente voluto dai vertici aziendali e che ha segnato un nuovo modo di affrontare le sfide. si tratta del primo flowpack compostabile, realizzato utilizzando carta e un biopolimero brevettato, composto da biomassa a base di mais. Un particolare incarto costituito per l’80% da materie prime rinnovabili e compostabili in base alle regole dello smaltimento industriale. Un’innovazione che oggi è l’incarto della gamma di tavolette del premium brand Vanini realizzate con cioccolato biologico monorigine proveniente dalla subsidiary ugandese di Icam (Icam Uganda). La massima espressione di un approccio sostenibile e rispettoso dell’ambiente sotto ogni aspetto.
L’approccio dell’azienda sarà coordinato da Sara Agostoni, che lavorerà con l’obiettivo di generare un impatto positivo – non solo economico ma anche ambientale e sociale – nei molteplici contesti in cui l’azienda opera. «Questa consapevolezza non ci è nuova e da sempre è stata alla base del nostro operare – ha commentato Sara Agostoni – non si tratta solo di un ruolo da assumere, ma della ragione d’essere di ogni impresa. I miei nonni prima, e la seconda generazione poi, hanno infatti testimoniato nel corso di 75 anni di storia e ci hanno trasmesso che una impresa può avere futuro solo se capace di essere soggetto proattivo, creare valore e relazioni durevoli nel tempo, cioè impatti positivi per le persone e le comunità, dai coltivatori delle nostre materie prime, alle comunità dei collaboratori, fornitori, clienti, con rispetto e condivisione dei valori della società di appartenenza. Contribuire a continuare questa storia è per me una sfida, che colgo con entusiasmo e senso di responsabilità».