Nasce Gourmet Giappone, la nuova vetrina dei piccoli produttori nipponici
I piccoli produttori giapponesi hanno una nuova vetrina virtuale in Italia. Ad accoglierli è la piattaforma Gourmet Giappone che ne descrive, storia, territorio e processi di produzione mettendo in vendita, sul sito, i prodotti, spesso poco noti in Europa e in Italia.
Il progetto è firmato da Maiko Takashima e Lorenzo Ferraboschi, giovane realtà imprenditoriale già ideatrice dei progetti Sake Company e Wagyu Company. A questi si aggiungono altri concept dedicati alla ristorazione come Sakeya e Carico.
Il focus è quindi la cucina “washoku”, ovvero la cucina tradizionale giapponese che è stata insignita del titolo di Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO nel 2013. Le quattro principali caratteristiche sono: stagionalità, ingredienti, equilibrio ed estetica. Oggi molti hanno ormai preso confidenza con il sushi, il sake e la carne wagyu ma gran parte del cibo tradizionale giapponese può essere mangiato ancora solo in Giappone nei ristoranti e alberghi tradizionali “ryokan”.
Le principali categorie dello store Gourmet Giappone sono: le salse fondamentali, i condimenti, il riso, il sake, gli tsukemono, il matcha e tè verde.
Nelle salse fondamentali ci sono, ad esempio, la salsa di soia, l’aceto, il miso e il sake. Nei condimenti invece largo alle salse a base di succo di agrumi come yuzu, yukon, sudaci e daidai, di dashi, olii vegetali ed erbe aromatiche. Oltre a diverse tipologie di salsa ponzu, la più utilizzata nella cucina giapponese, ci sono la salsa di sesamo e l’ajidashi (mentsuyu).
Altra novità sono gli tsukemono, verdure stagionali che vengono marinate con diversi ingredienti come sale, aceto, salsa di soia, sakekasu e miso. Possono essere mangiati da soli o con del riso bianco. Le loro principali peculiarità sono la migliore conservazione degli ingredienti e l’aumento dell’umami. Caratteristici sono i fiori di ciliegio al sale o i germogli di bambù marinati in salsa di soia al pepe sansho.
Più conosciuto è sicuramente il tè verde, che viene prodotto in Giappone dalla prima metà del XXII secolo durante l’era dei samurai, anche qui in Italia è molto diffuso. Nella regione di Uji hanno inventato una coltivazione originale chiamata “Ooishita” (coltivazione coperta) che blocca la luce del sole che colpisce i germogli, in modo da ottenere un tè dolce e ricco di gusto. Questa è una regione particolarmente adatta alla coltivazione del tè, poiché l’area è strutturata a forma di ventaglio, garantendo un buon drenaggio una perfetta escursione termica.