Food trend: orti urbani e norme che li incentivano
di alessandro klun*
Uno dei food trend 2022, destinato nel tempo a modificare anche le nostre abitudini alimentari, è senza dubbio quello collegato allo sviluppo degli orti e dell’agricoltura in ambito urbano.
L’impiego di tecniche di coltivazione fuori suolo, nell’ottica di una filiera sempre più corta, consente la produzione di cibo a km 0 anche in un contesto tipicamente cittadino.
In tal senso in costante aumento sono gli spazi urbani, come coperti o pareti di palazzi ed edifici in genere, destinati ad aree boschive e a colture per scopi alimentari o ornamentali, al punto che la Regione Lombardia, prima in Italia, è intervenuta in materia con un proprio provvedimento.
Più precisamente è stata approvata all’unanimità dal Consiglio regionale, la Legge Regione Lombardia 8 novembre 2021 n. 21 (pubblicata nel BURL n. 45 del 12 novembre 2021) in materia di agricoltura urbana, periurbana e metropolitana e vertical farm.
In un contesto di misure funzionali alla ripresa post pandemia, il testo risponde ad obiettivi di rigenerazione e sostenibilità ambientale della città, promuovendo il risparmio energetico, lo sviluppo delle aree agricole, urbane e periurbane e l’approvvigionamento di alimenti a chilometro zero.
A tal fine la legge sostiene progetti:
– di realizzazione di boschi, orti urbani, pubblici o privati, coperture verdi di tetti o pareti di edifici tramite specie vegetali destinate a scopi alimentari, ornamentali, energetici e di forestazione, inseriti nel piano urbanistico del territorio di riferimento;
– di “vertical farming” ossia spazi o fattorie su moduli verticali che si sovrappongono in cui si utilizzano tecniche innovative di coltivazione agricola, quali l’acquaponica, l’idroponica o aeroponica.
Tali attività, prosegue la legge, sono compatibili con tutte le destinazioni d’uso urbanistico ma possono essere svolte solo su edifici esistenti, allo scopo di limitare il consumo di suolo e favorire il loro insediamento in ambito urbano e periurbano, anche mediante interventi di ristrutturazione edilizia, ferma restando la possibilità di nuove realizzazioni in aree agricole.
In ogni caso le attività di vertical farming, pur insediate in ambito urbano, vengono considerate come agricole con conseguente applicazione dell’art. 2135 c.c., che offre la definizione di imprenditore agricolo, e della disciplina conseguente al riconoscimento della qualifica di Imprenditore Agricolo Professionale (in sigla IAP).