Fiere italiane, un business da 60 miliardi

L’Italia è al quarto posto nel panorama fieristico internazionale. Nel 2018 le 32mila fiere mondiali hanno generato un impatto economico pari a 275 miliardi di euro, contribuendo per 167,2 miliardi sul Pil mondiale.

Le fiere italiane sono uno strumento di grandissima importanza per l’economia del Paese. Ogni anno il comparto italiano coinvolge circa 200mila espositori e 20 milioni di visitatori, generando un business di 60 miliardi di euro e il 50% delle esportazioni delle imprese che vi partecipano. Numeri importanti che crescono se consideriamo anche l’indotto come trasporti, ricettività e ristorazione.

A livello mondiale, secondo i dati Ufi, l’associazione mondiale che raggruppa gli organizzatori, i proprietari e le organizzazioni nazionali e internazionali dell’industria fieristica, nel 2018 le 32mila fiere hanno generato un impatto economico pari a 275 miliardi di euro, contribuendo per 167,2 miliardi sul Pil mondiale.

 

Un contesto in cui il nostro l’Italia si posiziona al quarto posto, con un peso rilevante nell’economia italiana.

 

“Con la crisi sanitaria in atto, al momento è impossibile fare delle stime sull’incidenza economica dell’epidemia di Coronavirus. É molto difficile prevedere l’evoluzione della situazione e la durata nel tempo, così come gli effetti a livello internazionale perché non dobbiamo dimenticare che il problema non coinvolge solo l’Italia”, dichiara Giovanni Laezza (nella foto), Presidente di AEFI-Associazione Esposizioni e Fiere Italiane.

“Come associazione siamo chiaramente consapevoli di come sia indispensabile adottare tutte le misure necessarie per tutelare la salute pubblica e siamo stati pronti ad attuarle. Tutti i nostri Associati stanno seguendo attentamente le disposizioni sanitarie delle autorità locali e nazionali – continua Laezza –. Nonostante le difficoltà organizzative, auspichiamo che la maggior parte delle manifestazioni al momento annullate o posticipate possano essere riprogrammate nei prossimi mesi, in modo da contribuire nel contenere il danno economico. A tempo debito lavoreremo di concerto con tutti gli attori coinvolti per un “nuovo” calendario”.

“Con le istituzioni abbiamo aperto un dialogo per capire come gestire al meglio questa emergenza anche sul fronte economico”, rassicura.

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