L’experience design per far volare il vino italiano
Export: l’Italia sorpassa la Francia negli USA e in Svizzera e consolida la propria leadership in Germania e in Russia. All’Italian Taste Summit focus sull’internazionalizzazione: “La fase attuale offre un’occasione unica, ma il consumatore va rassicurato e coinvolto totalmente nella vision aziendale”.
La forza del brand Italia rappresenta senza alcun dubbio un enorme valore aggiunto. Per crescere sui mercati esteri e trarre il meglio dalle nuove opportunità di un contesto internazionale profondamente modificato dalla pandemia, il vino italiano deve saper cogliere il passaggio epocale rappresentato dall’experience design.
È la grande novità emersa dalla quarta edizione di Italian Taste Summit. Dall’11 al 13 luglio ha proposto una serie di eventi diffusi tra la Rocca Visconteo Veneta di Lonato del Garda e la Tenuta Borgo la Caccia di Pozzolengo.
L’evento, che è stato organizzato da Joanna Miro, marketing manager e ad del Gruppo Wine Global Aspect, ha riunito oltre 50 cantine e i più importanti operatori e critici internazionali. L’obiettivo è di facilitare la conoscenza e il business tra una selezione dei migliori produttori italiani e i professionisti stranieri provenienti da Giappone, Usa, Messico, Canada, Russia, Ucraina, Gran Bretagna, Svizzera e altre nazioni europee.
“A causa della pandemia tutti noi abbiamo subito un trauma immane, di fronte al quale siamo in cerca di certezze e valori stabili. Questo crea un’opportunità unica per le imprese del mondo del vino, a patto di sapere cosa è necessario fare: la risposta si chiama Experience Design”, ha spiegato Miro.
“Rispetto al passato c’è una profonda voglia di socialità di ritorno e la ricerca di sicurezza”, ha sottolineato il professor Vincenzo Russo. “Questi per le aziende diventano indirizzi importanti, perché bisogna sempre stare attenti ai trend di consumo e declinare le strategie in base a quello che emoziona maggiormente il nostro cervello. Le persone che vengono più coinvolte dal punto di vista emozionale creano legami più profondi con l’azienda e con i suoi prodotti, al punto da diventarne spesso addirittura ambassador”.
Trovare le giuste strategie per conquistare nuove quote di mercato all’estero, dove nel 2020 il valore dell’export del vino italiano ha sfiorato quota 6,3 miliardi di euro, è quindi più importante che mai.
“La pandemia ci ha insegnato che i cambiamenti sono inevitabili e ci ha dimostrato che le abitudini di consumo e acquisto possono cambiare molto rapidamente”, ha confermato Ettore Prandini. “Noi dobbiamo investire, guardare al futuro, pensare agli aspetti strategici, perché la qualità del prodotto deve essere necessariamente accompagnata da strategie di marketing ben organizzate, oltre che declinate pensando di volta in volta quali sono i mercati di destinazione. In questo l’experience design rappresenta sicuramente uno strumento prezioso”.
In quali condizioni? Il Report Vino e Spirits realizzato da Mediobanca con Sace e Ipsos prevede per il biennio 2021/2022 una ripresa del 3,5% all’anno dei consumi di vino italiano e addirittura un incremento del 4,6% all’anno dell’export. Per i due principali mercati di destinazione, gli USA e la Germania, si prevede una crescita dei consumi rispettivamente del 2% e del 3,1% all’anno. In Russia l’incremento sfiorerà il 3% annuo, mentre in Canada e Giappone si arriverà a un +5,9% annuo e in Lituania addirittura a un +23,3% di consumi nel biennio.
Le parole chiave in questa fase sono: riscoperta dell’essenziale, ricerca dell’autenticità e recupero dei valori umani che caratterizzano il settore agroalimentare in generale, e quello vitivinicolo in particolare.
Concetti che chiamano in causa tantissimi aspetti diversi. Dall’estetica e contenuti del sito internet aziendale, alla comunicazione dei propri valori su social network e media tradizionali. Dall’offerta multicanale, al commercio online. Dalla gestione della logistica, a quella dell’accoglienza in cantina. Fino alla progettazione della bottiglia e dell’etichetta, passando per la valorizzazione di esperienze, che stimolino positivamente tutti i nostri sensi, che puntino sui target in crescita come i Millennials, da proporre sia di persona, sia attraverso i canali virtuali. Il tutto nell’ottica di un customer engagement coerente con la visione aziendale, ma traslato sui bisogni del cliente target.