La crisi colpisce il settore delle carni suine

Assica, l’associazione industriali delle carni e dei salumi – chiede incentivi ai consumi e lo sblocco dei fondi destinati alla filiera delle carni suine.

Il comparto delle carni suine oggi vive una condizione di maggiore affanno aggravata dall’emergenza Covid-19 e dalle restrizioni imposte per il contenimento del contagio. L’allarme arriva da Assica per la situazione in cui versa il settore della trasformazione, già provato da un 2019 caratterizzato aumenti della materia prima.

Con la chiusura dell’horeca, inoltre, il settore ha perso oltre il 20% del fatturato, circa 230 milioni di euro al mese tra carni suine e salumi.

Il settore delle carni suine coinvolge oltre 900 aziende di tipo industriale per 29.900 addetti circa. Il giro d’affari è circa 8 miliardi di euro nel solo comparto dei salumi. Oltre 1,5 miliardi di euro deriva dalle esportazioni dei pregiati salumi made in Italy.

Perdite che si aggiungono a quelle relative alle esportazioni, colpite dalle difficoltà logistiche e provvedimenti di lockdown dei principali Paesi importatori. Anche sul fonte della produzione la situazione è molto complessa: si procede a rilento a causa del personale e dell’implementazione delle necessarie misure sicurezza.

“Solo attraverso un aumento dei consumi, le imprese di trasformazione potranno liberare la merce dai magazzini e immetterla sul mercato. Così facendo si favorirà la filiera e la giusta remunerazione per tutti gli attori coinvolti” ha dichiarato il Presidente di Assica, Nicola Levoni (nella foto).

 

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