Il Covid-19 ‘non ferma’ il Vitellone Bianco Appennino Centrale IGP

I dati 2020 confermano un andamento positivo e una sostanziale tenuta per il settore. La IGP certifica la carne prodotta dalle razze tipiche dei territori dell’Appennino centrale: Chianina, Marchigiana e Romagnola.

Sono 17.621 capi bovini certificati, 3180 allevatori, 1079 macellerie, 119 laboratori di lavorazione e 80 operatori commerciali attivi sul territorio. Questi i numeri più significativi della filiera del Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP.

L’annus horribilis 2020 ha interessato anche questo settore senza, però, incidere in maniera particolarmente grave. Un calo fisiologico c’è stato, venendo meno il mercato relativo al consumo fuori casa e alla ristorazione scolastica e collettiva. Nel 2020, infatti, i capi bovini certificati hanno registrato una flessione del 3,1%. È addirittura in controtendenza il dato degli allevamenti con quattro nuovi ingressi nella filiera in controllo del Consorzio. Si mantengono, invece, stabili il numero di laboratori e di operatori commerciali e si registra un lieve calo (-6) sulle macellerie.

La “tenuta” del Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP anche in questo anno difficile è frutto di un lavoro costruito negli anni. Un lavoro che ha permesso di sviluppare le potenzialità della filiera zootecnica legata alle razze bovine tipiche dell’Italia centrale.

Dal 2000 al 2020 il numero di allevamenti che hanno deciso di aderire ai controlli è cresciuto del 92%, passando da 250 a 3180. Nello stesso periodo si è registrato un boom di adesioni anche dei punti vendita passati da 58 a 1079, con un +94%.

Dal punto di vista delle certificazioni siamo passati dalle 12808 del 2007 alle 17621 del 2020, con un + 27% nell’arco dei 13 anni. Rispetto alle razze, sempre in questa finestra temporale (2007 – 2013) si registrano un + 39% per la Marchigiana, passata dai 3840 capi del 2007 ai 6274 del 2020, un +32% della Chianina, con un salto da 6344 a 9317 e una flessione del 10% della Romagnola, che passa dai 2624 capi del 2007 ai 2030 del 2020.

“Il marchio ‘Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP’ – sottolinea il direttore Andrea Petrini – è un elemento di forza e una garanzia di qualità. Un valore aggiunto che ci ha consentito, anche nel 2020, di mantenere numeri importanti con un lieve calo dovuto alla pandemia. Il valore crescente del sistema di produzione tradizionale sviluppato all’interno dell’area tipica e i sistemi di controllo costanti e sistematici su tutta la filiera hanno consentito di affermare il nostro marchio come un sinonimo di fiducia, garanzia di sicurezza, di qualità e di trasparenza in tutte le fasi della produzione e della commercializzazione oltre a rappresentare un’importante fonte di reddito e di tutela per molti territori, anche marginali, del centro Italia”.

 

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