La cotoletta (sbagliata) di Anche.it alla conquista del mercato europeo
Dal ristorante milanese al delivery internazionale, sono 20mila le cotolette consegnate tra Italia, Francia, Portogallo e Uk. La crescita è più che raddoppiata in otto mesi: effetto della visione di un giovane imprenditore trentino. Apertura del capitale, partnership e ingresso in nuovi mercati per raggiungere i 5 milioni nel 2024.
Esattamente un anno fa l’unica cosa che divideva Matteo Stefani, imprenditore della ristorazione milanese, dall’aprire la sua società in Cina era solo un volo aereo. C’era tutto dai fondi alla finalizzazione del progetto: l’apertura del primo ristorante all’interno del grande centro mall del lusso vicino a Shangai. Questi erano gli elementi alla base dell’avvio del piano di internazionalizzazione del suo business. Poi è arrivata la pandemia a fermare non solo lo sbarco in Cina ma anche il business in Italia: la micro-catena di ristorazione Anche* di Milano con locali all’Isola, Porta Vittoria e NoLo.
Nell’annus horribilis della ristorazione, l’imprenditore sceglie di ri-allocare i fondi previsti per finanziare il progetto in Cina e avvia una sua nuova linea di business “a forte matrice milanese” e “perfettamente scalabile”: la cotoletta made in Milano, ma sbagliata, consegnata in tutto il mondo (o quasi), sottovuoto. Dopo una prima fase più “artigianale” durante la pandemia si è passati a un primo test di mercato a luglio 2020 e poi, in modo più organico, a settembre. In otto mesi sono state 20mila le cotolette consegnate in tutta Italia ma anche Londra, Parigi e le montagne svizzere.
Un’idea semplice e scalabile per un mercato che vale 1 miliardo di euro in Italia e 40 nel mondo.
Ricerca di prodotto, apertura del capitale a nuovi soci, potenziamento di digital marketing volto all’ampliamento del mercato sono le tre direttrici di sviluppo per il futuro della cotoletta sbagliata. Obiettivo 3 milioni di euro di fatturato nel 2022 e 5 mln di euro alla fine del 2024. Allo studio, inoltre, la ripresa del progetto congelato a inizio 2020 ossia l’espansione, con punti fisici, in Cina e in Usa.
Sul fronte prodotto la ricerca e sviluppo è volta al cercare di perfezionare e “allungare” la vita del prodotto, centralizzare e razionalizzare consumi e costi.
“In questo momento siamo in grado di portare la nostra cotoletta sbagliata, rigorosamente made in Milano in tutti i paesi europei entro le 48 ore lasciando quindi ai clienti che la ricevono, quattro giorni per consumarla”, spiega.
Il secondo step, che sta procedendo di pari passo alla ricerca e sviluppo, è l’identificazione di partner adeguati a sostenere la crescita. “I prossimi mercati in cui vorremmo arrivare, a condizione di farlo con un prodotto perfetto, sono gli Usa e la Cina”, afferma Stefani.
Altrettanto in parallelo sta procedendo l’irrobustimento del piano di marketing digitale e comunicazione. L’obiettivo è ampliare il mercato di sbocco per cogliere percentuali di quel miliardo di giro d’affari del food delivery in Italia.