Consorzio Gavi, Maurizio Montobbio torna alla guida

Per la denominazione, l’era della “transizione enologica”: nuovi modelli per produrre, comunicare e vendere il vino in un contesto globale trasformato. Il  neo presidente prende il testimon e di Roberto Ghio.

Maurizio Montobbio (nella foto) è il nuovo presidente del Consorzio Tutela del Gavi. Il professionista è affiancato da Dario Bergaglio La Chiara e Massimo Marasso F.lli Martini nel ruolo di vice presidenti.

Il consiglio di amministrazione, rinnovato lo scorso 20 aprile, è composto da, Fulvio Bergaglio San Bartolomeo, Roberto Broglia Broglia, Giancarlo Cazzulo Cantina Produttori del Gavi, Roberto Ghio Vigneti Piemontemare, Claudio Manera Araldica Castelvero, Gianni Martini F.lli Martini, Stefano Moccagatta Villa Sparina, Gianlorenzo Picollo Picollo Ernesto, Fabio Scotto Terre da Vino, Gian Franco Semino Cantina Produttori del Gavi. Resterà in carica fino al 2024, per guidare il Consorzio nel post-pandemia.

L’ultimo anno e mezzo ha segnato una profonda trasformazione del comparto vitivinicolo italiano. In un panorama pesantemente marcato dal “segno meno”, la denominazione del bianco piemontese è riuscita a mantenere le proprie quote di mercato. Si tratta di un risultato di fiducia ottenuto grazie al lavoro incessante dei produttori e del consorzio. La docg è stata apprezzata soprattutto dal mercato estero dove il Gavi, con l’85% della produzione, è presente in oltre 100 Paesi.

Il 51enne Montobbio, viticoltore, ha già guidato il consorzio nel triennio 2015 -2018.

“Sappiamo che, per uscire da questa crisi post pandemica, da più parti è chiesto all’economia italiana di essere in grado di attivare una transizione green e digitale. Il Gavi Docg dovrà essere capace di fare di più e dare vita a una vera e propria “transizione enologica”. […] In particolare, dobbiamo impegnarci a costruire un nuovo paradigma di sostenibilità ambientale dove i produttori associati, le università e i centri di ricerca lavorino insieme per sostituire la chimica in vigneto e in cantina con la tecnologia applicata. Si tratta di instaurare un nuovo patto coi consumatori, attraverso l’uso delle blockchain, a garanzia di buone pratiche produttive, per ribadire il grande valore e la qualità del Gavi.”

Rispetto alle limitazioni dovute al Covid-19, Montobbio aggiunge: “La difficoltà a far spostare le persone ci chiede di far “viaggiare” il Gavi Docg e il suo territorio attraverso eventi all’estero e sui canali digitali […]”-

Grandi assenti nel nuovo Consiglio le “signore del Gavi”: una mancanza che il nuovo presidente si augura solo temporanea. “Per una denominazione che vede tante donne in veste di titolari, enologi mi spiace che nessuna di esse abbia deciso di impegnarsi”, conclude Montobbio.

SHARE