Botequinho è il nuovo locale dello chef Roberto Okabe

Botequinho è il nuovo locale dello chef Roberto Okabe, che festeggia il decennale del Finger’s Garden con una nuova creatura, un bar in perfetto stile paulista con assaggi di cucina brasiliana e live music.

Il Botequinho nasce da un relooking del Finger’s Club, l’elegante lounge bar situato sotto il ristorante che l’architetto brasiliano Isabella Pacifico Homem ha trasformato in un locale tutto nuovo.

Botequinho è l’omaggio di Roberto Okabe a São Paulo, la sua città natale, dove è cresciuto e ha vissuto sino all’età di ventitre anni, prima di trasferirsi in Giappone per imparare l’arte del sushi.A caratterizzare l’interior, infatti, un’opera in tecnica mista di Mauro Roselli, l’artista modenese che già aveva dipinto a spray gli interni e gli esterni del Finger’s Garden; mixando legno, alluminio e altri materiali di riciclo, l’installazione site specific riproduce alcuni fra gli edifici più significativi di San Paolo che hanno caratterizzato la vita di Okabe.Una sorta di “murale in 3D”, illusorio e magico, che trasporta l’ospite nell’atmosfera festosa e cosmopolita della capitale brasiliana.

Nel Botequinho convivono, quindi, le tre anime di Okabe: quella brasiliana, quella giapponese e quella italiana. Lui stesso è un ponte fra due continenti e due culture, Sud America e Asia, con l’Europa (l’Italia) nel mezzo.

“Il Botequinho è un locale dove prendere un aperitivo, cenare o sorseggiare un drink dopo cena ascoltando dal vivo la bossa nova, spizzicando assaggi di cucina brasiliana e nikkei” spiega Roberto Okabe. “Inizieremo con gli aperitivi dalle ore 19 e si potranno trascorrere delle piacevoli serate sino a tarda ora… proprio come a San Paolo.”

Anche il pavimento, che riproduce il caratteristico rivestimento geometrico in bianco e nero dei marciapiedi, e le poltroncine rosse, che richiamano gli eleganti locali notturni della città, sono un chiaro rimando alla capitale economica del Brasile.

Ad accompagnare i fantasiosi cocktail del barman Alessandro Lisco, le tapas in stile carioca con tocco nikkei creati dalla chef brasiliana Lili Gomes da Silva: la piccola fasolata tradizionale, il ceviche paulistano, i casquinha de siri (polpa di granchio gratinata con il formaggio), l’empadinha de palmito (gustosa quiche a base di verdure), carne alla brace e, naturalmente, diverse versioni di temaki.

Roberto Okabe ha trasferito molto del proprio vissuto nel concept del Botequinho: “In Brasile non è stata una vita facile, giocavo a calcio per strada e allo stesso tempo sentivo la pressione della mia famiglia giapponese che mi spronava a studiare. Di San Paolo non posso dimenticare tutto ciò che mi ha reso più forte ed è per questo che nell’installazione insieme all’Edificio Copan, al MASP, il Museo d’Arte di San Paolo, al Teatro Municipale, al Parco Ibirapuera, in cui correvo, all’Avenida Paulista, dove andavo al cinema, ho voluto anche una favela dove mi era proibito andare, ma dove scappavo per giocare a pallone. A San Paolo le favelas sorgono in mezzo ai quartieri residenziali: ecco perché il banco bar è stato realizzato con pezzi di legno di recupero, come vecchi taglieri”.

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