Boscaini: «Accelerare la ricerca per contrastare gli effetti del clima»
L’impatto climatico sulla vendemmia 2017 deve far riflettere e agire in fretta il mondo del vino. Ne è convinto Sandro Boscaini (nella foto), presidente di Masi Agricola e di Federvini, secondo cui “gli estremi climatici registrati quest’anno evidenziano la necessità di accelerare sul fronte della ricerca in tema di varietà e portainnesti resistenti al calore e alla siccità”.
“E’ indubbio – aggiunge Boscaini – che sia in atto un cambiamento a livello globale, con ripercussioni anche sulla viticoltura. Per quanto ci riguarda la vendemmia 2017 ha messo in luce che le zone viticole storiche e tradizionali, come ad esempio la Valpolicella classica, hanno una capacità di resistenza alle avversità e ai cambiamenti metereologici maggiore rispetto ai vigneti delle zone di recente piantagione”.
Quella del 2017 è un’annata “climaticamente strana e anomala di cui non ho ricordo nei miei cinquant’anni di lavoro”, conclude Boscaini, “ma tutto sommato non negativa dal momento che le qualità in generale sono buone; scarsa purtroppo la quantità con percentuali di carenza anche notevolmente differenti da zona a zona rispetto a un’annata media”.
Secondo le previsioni di Assoenologi, La vendemmia 2017 in Italia sarà ricordata come una delle peggiori dal Dopoguerra. A causa delle condizioni climatiche avverse, tra gelate primaverili ed elevate temperature estive con prolungata siccità, si stima una produzione di 41,1 milioni di ettolitri, in calo del 24% rispetto al 2016, tra le più basse dal 1947 a oggi.