Blockchain, da Quid Informatica la tecnologia per tracciare l’ittico
Quid Informatica ha sviluppato una tecnologia blockchain a beneficio della grande distribuzione e in futuro dell’utente finale.
Specializzata nello sviluppo di software e IT consulting per il mondo finanziario e industriale e diretta da Stefano Bertoli e presieduta da Elio Catania, l’azienda ha sviluppato il progetto SeaFactory, Itticoltura 4.0 per la raccolta dei dati in mare e terra per il tracciamento del prodotto ittico. Creato da ingegneri informatici e laureati in informatica del centro di R&D di QILab, coordinato da Quid Informatica, il progetto vede il supporto della Regione Toscana tramite fondi europei, la collaborazione dell’Università di Siena, come sito di sperimentazione e guida dei processi, e la società “Agroittica Toscana” come primo partner.
“Il nostro obiettivo finale è quello di essere in grado di dare al consumatore finale la possibilità di conoscere ciò che porta in tavola. Grazie alla tecnologia blockchain abbiamo tracciato il ciclo di produzione, in questo caso ittico, permettendo alla gdo, e in futuro anche ai consumatori finali, di conoscere la “verità digitale” del prodotto, ovvero come il pesce è stato allevato, seminato, curato, in che ambiente è vissuto, come è cresciuto, dove è stato pescato e trasportato e come e quando è arrivato negli scaffali della grande distribuzione. Un vero e proprio passaporto digitale del prodotto” – commenta Marco Morana, direttore commerciale industry, ERP e Iniziative Speciali di Quid Informatica –. “Rappresentare con chiarezza la storia del prodotto costituisce un vantaggio competitivo […]”.
Ad esempio, Agroittica Toscana può dimostrare che l’allevamento ittico avviene senza forzarne la crescita. Il cliente si avvale di sensori in mare per misurare venti, correnti, temperature e altri dati per calibrare la giusta quantità di cibo. Tutti i dati sono raccolti in una pagina web in tempo reale. L’ottimizzazione del processo di alimentazione del prodotto d’allevamento potrà essere verificata, in futuro, anche dal consumatore finale, tramite il QRCode. Questo passaggio è un ambito di potenziale sviluppo, per ora ne beneficia l’elemento intermedio della filiera, l’allevatore-distributore.
La blockchain smart contract raccoglie tutti gli elementi del prodotto che si vuole valorizzare e viene messo a disposizione del cliente tramite QRcode.
Questa tecnologia può essere applicata in tutti gli ambiti dell’agroalimentare per gestire il monitoraggio di qualsiasi prodotto ma, soprattutto, rappresentare e garantire la qualità. Costituisce al contempo una leva di marketing perché ne giustifica il valore economico con il quale viene promozionato sul mercato. In altri contesti, Blockchain può essere applicata per supportare business parimenti interessanti. Per esempio nella moda può essere utile per garantire l’autenticità del capo.
“Questi sono i mezzi che costituiscono il percorso che porta il cliente a un B2B strategico, che accompagnano le aziende a un approccio verso la digital transformation […]. QILab permette all’azienda di mettere al sicuro l’informazione, la comunicazione, la trasparenza, la rintracciabilità e la veridicità del proprio prodotto” conclude Morana.