Aumenta il consumo di acqua in bottiglia. L’analisi di Culligan

In Europa, l’Italia detiene il secondo posto per consumo di acqua in bottiglia. Tuttavia, c’è una tendenza in crescita negli ultimi anni nel settore Horeca a investire in impianti di microfiltrazione e depurazione dell’acqua del rubinetto, come dimostra l’aumento delle richieste del 30% registrato da Culligan.

Dal primo gennaio di quest’anno, in Spagna, in bar e ristoranti sarà possibile chiedere l’acqua del rubinetto. La legge sui rifiuti e sui suoli contaminati per un’economia circolare impone infatti alle strutture ricettive di offrire come alternativa a tutti i clienti l’acqua a chilometro zero. La norma ha lo scopo di ridurre sprechi e rifiuti in due step: del 13% nel 2025 e del 15% nel 2030, rispetto a quelli generati nel 2010. Da quest’anno, poi, in Lussemburgo, i ristoratori riceveranno dal governo – per diminuire lo spreco di bottiglie di plastica – brocche per la distribuzione dell’acqua del rubinetto, che in altri Paesi come Portogallo e Gran Bretagna viene già servita più o meno regolarmente nei ristoranti. E l’Italia, a che punto è?

Trenta milioni di bottiglie di plastica e sette milioni di bottiglie di vetro al giorno: è quanto consumano, in fatto di acqua imbottigliata, gli italiani: 208 litri a testa, in un anno. Sono i dati diffusi da un’indagine di mercato condotta a livello nazionale e presentata al Festival dell’Acqua, organizzato a settembre 2022 da Utilitalia, la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche, sul percepito della qualità del servizio idrico da parte del cittadino.

Eppure, qualcosa proprio nell’ambito della ristorazione comincia a muoversi verso una nuova direzione. «Bar e ristoranti sono già propensi a dotarsi di impianti di filtrazione e depurazione in grado di produrre acqua filtrata a partire da quella del rubinetto – afferma Corrado Capozzi, general manager commercial drinking water di Culligan, leader globale nel trattamento dell’acqua -. Lo dimostrano anche i nostri dati di vendita che negli ultimi due anni hanno registrato un forte aumento nel settore Horeca, pari al 25% del 2021 e al 30% del 2022. I vantaggi a ricaduta arrivano anche sul consumatore finale, in termini di risparmio economico e di salvaguardia ambientale».

Nel mondo l’Italia è seconda soltanto al Messico (244 litri) e in Europa vanta questo triste primato. A fronte di un aumento dei materiali non biodegradabili immessi nell’ambiente (13,5 miliardi di bottiglie all’anno diventano altrettanti rifiuti da gestire) e di uno spreco economico non indifferente (per una spesa media pari a 240 euro a testa all’anno), prevale la scarsa fiducia nei confronti dell’acqua del rubinetto: il 62% delle famiglie, lo rivela il Censis, preferisce l’acqua in bottiglia.

Eppure, l’acqua del nostro Paese, dove la rete idrica riesce a raggiungere il 99% della popolazione, è buona, sana e sicura, grazie ai controlli da parte dei gestori e delle autorità sanitarie, previsti e disciplinati dal Decreto Legislativo n. 18 del 23 febbraio 2023.

La soluzione che può mettere d’accordo l’ambiente, il portafogli e la salute è la scelta dell’acqua filtrata, che pone l’acqua del rubinetto al sicuro da quei fenomeni che possono interessare la rete idrica, come ad esempio corrosione e contaminazione da metalli e anche da ossidazioni e incrostazioni. L’acqua filtrata è infatti l’acqua erogata dall’acquedotto cittadino, sottoposta a una serie di operazioni per migliorarne il gusto e renderla più sicura tra cui la filtrazione realizzata con filtri che migliorano il sapore e le qualità organolettiche, la disinfezione che blocca la contaminazione batterica, infine, la frigogasatura che permette di erogare l’acqua anche in versione fresca o frizzante con l’aggiunta di anidride carbonica alimentare.

Per i ristoratori e in generale per tutti i gestori del mondo Horeca (che comprende anche alberghi e bar), i vantaggi della scelta di installare un erogatore d’acqua microfiltrata sono molteplici e concreti in termini di qualità, ecosostenibilità e risparmio. Non solo si riduce il consumo di materiali non biodegradabili e quindi si contribuisce al rispetto dell’ambiente, ma si risparmia anche spazio, perché non è più necessario gestire le scorte di magazzino. Inoltre, ne beneficia il brand, perché caraffe o bottiglie in vetro – che devono presentare l’apposita dicitura di legge, indicando al cliente che quella servita è acqua potabile trattata – possono essere personalizzate.

Tutto questo è possibile, ad esempio, con l’erogatore al punto d’uso AQUABAR di Culligan, un distributore di acqua alla spina che offre a ristoratori e gestori di bar, alberghi e imprese di catering la più valida alternativa all’acqua minerale in bottiglia.

Una scelta sostenibile, sicura e affidabile, che garantisce – grazie al filtro a carbone e al sistema di ultrafiltrazione Culligan Pure, testato in laboratorio Accredia– la massima salubrità dell’acqua, neutralizzando sapori e odori sgradevoli come quello del cloro, batteri, e sostanze organiche, senza eliminare i sali minerali presenti. Inoltre, l’unità di raffreddamento, in abbinamento al dispositivo interno per la gassatura, consente la spillatura immediata di acqua fresca o frizzante.

Letizia Ceriani

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