Allarme latte: 43mila stalle a rischio chiusura. L’appello di Cia
Cia – Agricoltori Italiani lancia l’allarme: 43mila stalle a rischio chiusura, allevatori stremati e quotazioni bassissime. Il presidente Dino Scanavino al tavolo Mipaaf ha chiesto interventi immediati.
Alla situazioni delle aziende di bovini, in difficoltà per il rialzo incontrollabile delle materie prime e dell’energia, si aggiungono ora gli effetti della crisi in Ucraina. Solo nelle prime settimane di febbraio, i prezzi dell’elettricità sono cresciuti del 238% sullo stesso periodo del 2021; il gas naturale il 327% in più, il petrolio il 50% in più. I costi dei trasporti sono aumentati del 115% rispetto a febbraio di un anno fa. Una corsa insostenibile per la catena di approvvigionamento, che colpisce tutti gli anelli della filiera.
L’APPELLO DI CIA
Scanavino è intervenuto oggi, con il Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, denunciando la situazione emergenziale.
«L’accordo firmato nei mesi scorsi è stato totalmente disatteso – ha ricordato Scanavino – dimostrando una totale mancanza di rispetto per le difficoltà del sistema produttivo. Oggi un litro di latte fresco viene pagato in media 39 centesimi al litro all’allevatore, con costi di produzione più alti e ormai vicini ai 45 centesimi al litro, mentre il prezzo del latte “spot” è a 49 centesimi, per arrivare sullo scaffale del supermercato a quota 1,50/1,70 euro. Dato l’andamento internazionale degli ultimi giorni, chiediamo di adeguare il prezzo del latte bovino alle dinamiche di mercato di alcuni prodotti guida, oltre che ai costi di produzione».
Le stalle, in aggiunta, devono fronteggiare anche i rialzi legati alla mangimistica. Il prezzo del mais a uso zootecnico costava a gennaio il 32% in più rispetto a gennaio 2021 (e il 67% in più rispetto a dicembre 2019); la soia è passata dai 328 euro/ton di maggio 2019 a 621,5 euro/ton di media nell’ultimo mese (+89%, con una crescita del 23,3% rispetto a febbraio 2021) e l’erba medica disidratata in balloni è proiettata a raggiungere il prezzo record degli ultimi 22 anni (solo nel 2014 raggiunse un valore più elevato, 268 euro alla tonnellata). Per tutti questi motivi,
Ha aggiunto Scanavino: «Bisogna inserire anche le aziende agricole nel Decreto Energia annunciato dal governo e lavorare da subito a misure fiscali, come l’azzeramento dell’Iva e delle accise sui mangimi, oltre che su interventi di lungo periodo che garantiscano una più giusta ripartizione del valore lungo la filiera. Ringraziamo il ministro per aver riacceso il focus sul settore -ha concluso il presidente di Cia- e per l’impegno a riconvocare un tavolo tecnico nei prossimi giorni per elaborare proposte e soluzioni alla crisi degli allevamenti».