Alfonsino porta il food delivery nei piccoli centri

L’azienda made in Campania consegna il cibo a casa. Entro il 2022 vuole conquistare trecento città e assumere 3mila rider.

di francesca corradi

 

Esattamente quattro anni fa, a Caserta, nasce Alfonsino. L’idea è di tre giovani: Carmine Iodice, Domenico Pascarella e Armando Cipriani (nella foto).

La startup, il cui il nome ricorda un amico, consegna a domicilio pranzo e cena. Fin qui nulla di nuovo visto che in Italia le prime piattaforme di food delivery sono approdate nel 2015. Il servizio dell’azienda campana, differentemente dalle multinazionali, ha come obiettivo quello di essere presente nei piccoli centri, dai 50mila ai 250mila abitanti.

 

 

«Alfonsino nasce per offrire un approccio più “umano” e più vicino alle esigenze delle comunità locali e agli abitanti delle piccole città, spesso non coperte da alcun servizio di delivery in quanto le grandi multinazionali del settore hanno poco interesse a essere così capillari” – commenta Pascarella, co-founder di Alfonsino -. Vuole essere un food delivery sostenibile sia nelle modalità di coinvolgimento dei rider, regolarmente assunti dall’azienda, sia nel coinvolgimento dei ristoratori all’interno della piattaforma».

Oltre 460mila euro raccolti tramite crowdfunding

 

Nel 2018, grazie alla prima campagna di equity crowdfunding, chiusa in tempi record e raccogliendo 150mila euro, la startup casertana ha accelerato la crescita, incrementando il proprio team, composto oggi da 30 risorse, e il numero di ristoranti partner, arrivando a quota 950.

Quest’anno ha dato il via al secondo round, sulla piattaforma 200Crowd, superando l’obiettivo di 350mila euro prefissato e raggiungendo oltre 460mila euro, con un overfunding del 140%.

 

Alfonsino conta 250mila clienti attivi. Il piano di sviluppo è ambizioso: raccogliere 1.500 ristoranti e arrivare a coprire 300 città circa in 7 regioni. Un traguardo che servirà a raggiungere più di 400 comuni serviti entro il 2022, decuplicando così il volume d’affari dell’azienda che, al termine del 2020, genererà un fatturato complessivo di oltre tre milioni di euro  (+150% rispetto all’anno precedente).

 

«In questo momento particolare il digital food delivery rappresenta un valido strumento per rispondere alle esigenze dei clienti dei piccoli centri, meno propensi a uscire di casa per andare al ristorante. Questa, inoltre, è una soluzione per i ristoratori che possono così continuare la loro attività, senza violare le regole imposte dai nuovi provvedimenti volti a contenere la diffusione dei contagi da Coronavirus», aggiunge Pascarella.

 

L’ordine si può fare tramite la chat di Facebook, senza credenziali, grazie al chatbot nativo sviluppato in-house dalla startup oppure scaricando l’app di Alfonsino, da cui è possibile tracciare, in tempo reale, il percorso del rider.

Per la startup made in Sud 3mila assunzioni di rider entro il 2022.

 

La particolarità di Alfonsino sta anche nelle modalità di ingaggio dei fattorini, assunti direttamente dall’azienda.

 

La startup, entro la fine del 2022, vuole aggiungere all’organico 3mila nuovi collaboratori, per un totale di 3.700 rider su tutto il territorio nazionale. Questi consegnano il cibo a domicilio in scooter o auto, per raggiungere anche le abitazioni più distanti. Viene mantenuto però il raggio di copertura del servizio che è di 4,5 chilometri dal centro città.

 

«Tutti i nostri rider hanno regolare contratto e contributi pagati. Tre persone del nostro team sono impegnati full time nell’attività di selezione e formazione dei rider, ma sono sicuro che questa sia la strada giusta per creare un servizio diverso, sostenibile e che possa creare un impatto sociale ed economico importante nei piccoli centri», spiega Pascarella.

 

In un’ottica di sviluppo del servizio, la ricerca di rider sul territorio è sempre attiva. Con Alfonsino il fattorino può scegliere data e orario di lavoro selezionando il turno direttamente in app. I rider ricevono pagamenti settimanali, driver kit gratuito e guadagnano un fisso per ogni turno preso.

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